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V/H/S – Artisti Vari

Written by Luca Zanovello
RANK: 5/10

Un gruppo di teppisti di basso livello viene ingaggiato da un misterioso mandante per irrompere in un’abitazione e rubare una preziosa videocassetta. Una volta dentro trovano, però, un ambiente dismesso ed inquietante, il cadavere del padrone di casa e una vastissima collezione di vhs amatoriali. Sulla pellicola sono immortalati reali eventi da incubo, intervallati dal lento e inevitabile precipitare degli eventi per gli sfortunati protagonisti che visionano.

Ecco lo scaltro pretesto per motivare l’antologia pentaepisodica V/H/S, carica dell’hype delle migliori occasioni e presentata allo scorso Sundance Film Festival nel tentativo di cavalcare l’onda modaiola del “found footage” horror, ovvero materiale girato ritrovato che documenta indicibili sventure. Molti registi, troppi segmenti, poche idee, così come pochi sono gli scorci di paura, in un lungo itinerario dove l’inquietudine e l’adrenalina sono assenti ingiustificate.

La prima vhs ad andare in onda è Amateur Night di David Bruckner, testimonianza filmata della notte brava di tre ragazzotti odiosi che si portano in motel alcune coetanee rimorchiate poco prima. Una di loro, particolare e taciturna, sembra la più consenziente … e anche la più instabile. La nottata si complicherà terribilmente e di rosso non ci saranno le luci, ma le pareti. Se a livello narrativo Amateur Night è pari alla maggior parte dei lavori presentati al peggior festival horror di provincia, l’episodio d’esordio di V/H/S è nettamente la miglior regia delle cinque, nonché una delle sparute chance per rimanere abbracciati alla tensione. Godetene, sfruttatela e nel contempo abituatevi al mal di mare provocato dall’isteria della camera a mano (in questo caso addirittura inserita nei tecno-occhiali del protagonista!): sarà così per quasi due ore.

Il testimone passa poi a Ti West, il più rodato fra gli autori coinvolti nel progetto vantando già regie e script importanti (Cabin Fever 2 e il gradevole The Innkeepers). Ecco perché la mediocrità del suo contributo stona ulteriormente: Second Honeymoon e la sua coppietta protagonista sono colpevoli di una ventina di minuti fastidiosamente tortuosi e un racconto “plasticoso” e ammiccante. Chi spia i protagonisti, insinuandosi addirittura nel loro nido d’amore per filmarli nottetempo? La risposta è frustrante, l’espediente per filmare il tutto addirittura ridicolo. Un twist in stile “panem et circenses” al fine di scroccare un applausino che tuttavia non può giungere, sul punto più basso del film.

Che a ben vedere prosegue col terzo episodio, Tuesday The 17th (di Glenn McQuaid), testimonianza di un nuovo footage destinato a finire nel sangue. Stavolta in ambiente campestre e per mano di un misterioso assassino che ha scelto quello scorcio di bosco e lago (Jason, vedi che tributone!) per commettere ripetuti omicidi seriali. Wendy lo sa ma avvisa i suoi amici troppo tardi. E, come se non bastasse, l’assassino ha il superpotere di non essere identificabile dalle telecamere, provocando un rudimentale effetto vedo-non vedo che sembra un Predator girato negli anni quaranta. A dimostrazione che giovedì 17, in quanto a sfiga, non ha nulla da invidiare al suo fratellone numero tredici. Il corto di McQuaid è un esplicito omaggio alla tradizione Voorheesiana, priva però del divertente mood che pervadeva i lavori anni ’80. Quello che rimane è un po’ di gore, un’inquadratura perennemente e spropositatamente malferma (anche quando il pathos non c’è) e una lunga parata di anonime trovate.

The Sick Thing That Happened To Emily When She Was Younger, firmato Joe Swanberg, è fin dal titolo il tentativo più originale ed arzigogolato del V/H/S-project. Emily (Helen Rogers, una delle poche interpreti convincenti di tutto il cast) è in videochat con il fidanzato, James. La ragazza sospetta che il proprio appartamento sia infestato da strane presenze e lo confida allo scettico partner, che prova a tranquillizzarla. Ad ogni connessione fra i due, però, la paura di Emily lievita così come i segni dell’effettiva vicinanza di qualche entità, che non tarda a manifestarsi con prepotenza. Questa fase pre-spoilers è anche la più accattivante e un momento insolitamente spaventoso dopo un’ora abbondante di cine-cibo insapore.

Si chiude con 10/31/98, data di Halloween, serata nella quale tre tamarri in età puberale (ma non gli stessi del primo segmento, attenzione!) si introducono in una casa dismessa (ma non la stessa del preambolo, ri-attenzione!) e hanno un tale sciagurato tempismo da irrompere nel bel mezzo di un esorcismo, interromperlo e salvare una ragazza che porta con sé ogni manifestazione demoniaca possibile e immaginabile. Il destino funesto è dunque segnato, ma mai come stavolta meritato. Il corto di chiusura si distingue per un’atmosfera molto cupa e interessanti effetti speciali che accompagnano la fuga dei protagonisti, in un’avvicente sequenza dove la casa sembra diventare posseduta in ogni suo dettaglio e si fa ricordare come uno dei pochi momenti creativi e mozzafiato. Poco altro, ma superiore rispetto alla media sfoggiata da V/H/S, lavoro che sulla carta si presentava come un progetto affascinante ma che, a conti fatti, sembra essere esclusivamente un modo furbetto di aggirare l’ostacolo del copione da “lungo” e di saltare sul quanto mai affollato carro degli horror condotti con finto stile amatoriale, tra mockumentary e found footage, senza aggiungere variazioni degne di nota.

Se la causa del flop sia l’assenza di talento dei filmmakers coinvolti o l’aridità della formula, lo scopriremo a breve: V/H/S 2 è già in lavorazione.

RANK: 5/10
Regista/Director: David Bruckner, Glenn McQuaid, Joe Swanberg, Calvin Reeder, Lane Hughes, Adam Wingard, Hannah Fierman, Mike Donlan, Joe Sykes, Joe Swanberg, Jason Yachanin, Kate Lyn Sheil, Drew Sawyer, Jas Sams, Sophia Takal, Drew Moerlein, Helen Rogers, Chad Villella, Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett, Paul Natonek
Cast: Calvin Reeder, Lane Hughes, Kentucker Audley
Usa 2012

Posted in Horror by Luca Zanovello on novembre 22nd, 2012 at %H:%M.

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