PERVERSAO (ESTUPRO!) – José Mojica Marins
Argomento quanto mai attuale quello affrontato da Perversao: un multimilionario stupra una giovane donna e ne conserva un souvenir. Il crimine non viene punito dalla giustizia che assolve il commendator Vittorio per mancanza di prove.
La povera donna diventa vittima dello scherno sociale, costretta a serrarsi nelle mura domestiche mentre il protagonista diventa un eroe e, grazie ai suoi soldi, riesce a comprare tutti e a far bella mostra della sua turpitudine senza che alcuno sia in grado di dirgli quanto mostruoso egli sia.
Le donne cha hanno avuto a che fare con lui lo odiano, le altre lo trovano intrigante, affascinante, e cadono con molta facilità ai piedi del suo letto. Ma Don Vittorio non è legato a nessuna di loro e se ne libera con molta franchezza e facilità. Il commendatore, tuttavia, ha perso il piacere della conquista femminile e, nonostante si vanti delle sue prede, sente la necessità di qualcuna da conquistare, qualcuna in grado di resistergli, una donna che si faccia desiderare.
Veronica dà uno scossone alla sua vita, dolce ma ferma sulle sue posizioni, capace di rifiutare le attenzioni sessuali del nostro commendatore il quale si sente sempre più legato a lei. La donna non accetta né il suo corpo, né il suo cuore, né i suoi soldi, né la sua mano e finisce per allontanarsi da lui. L’uomo ne diventa sempre più ossessionato, la sua reputazione ne viene compromessa e ,da mostro senza cuore, diventa un ometto dilaniato dalle pene d’amore. Ma dietro la dolcezza di Veronica, si cela un piano preciso e vendicativo che, con freddezza calcolatrice, si trascina sino al suo compimento. Sulle note di Je t’aime moi non plus la donna sferra il suo colpo a nome di tutte le donne a cui il commendatore ha fatto del male, ma soprattutto alla giovane stuprata a cui Veronica risulta legata.
José Mojica Marins è come suo solito spudorato e sadico. La trama è un po’ esigua e il finale più che prevedibile. Perversao è senz’altro uno dei film meno conosciuti del regista brasiliano, ed effettivamente è anche quello meno brutale. L’epilogo feroce attraverso cui Marjins punisce il protagonista trova spiegazione nella premessa iniziale, secondo la quale non tutto è acquistabile … almeno così dovrebbe essere.