NECRONOS TOWER OF DOOM – Marc Rohnstock
Creare un’orda di morti viventi da comandare come un burattinaio, dislocare dei berzerker come armi (dis)umane d’assalto e annientare la terra è l’obiettivo di Necronos, una delle incarnazioni del male scagliatasi contro l’umanità. Affiancato dai servi Goran e Manoush, il potente demone si muove inesorabile alla ricerca del sangue dell’Eletta, ingrediente fondamentale per l’alchimia di morte in preparazione.
Direttamente dalla Germania (e come poteva essere altrimenti) proviene questo tripudio di sangue chiamato Necronos – Tower of doom, un’epopea carica di violenza, dove una trama ridotta all’essenziale diviene (quasi un) pretesto per mostrare una serie di atroci omicidi e interminabili torture. Ma, mettiamolo subito in chiaro, il film di Marc Rohnstock è sì un low-budget, ma siamo ben lontani dall’amatoriale. Lo sforzo del team che ha realizzato questo splatter è palese, sia per la cura dei particolari che per il numero cospicuo di set utilizzati, rendendolo un prodotto al confine tra l’underground e il “mondo esterno”, se così si può chiamare.
Già avvezzo allo splatter con Dungeon of Evil o Graveyard of the living dead, Rohnstock raccoglie tutti gli elementi di cui si nutrono gli appassionati del genere, sbagliando solo nel diluirli eccessivamente nella durata di due ore, sinceramente eccessiva, specialmente nella prima parte che si rivela un vero e proprio scoglio da superare prima di potersi godere adeguatamente le varie efferatezze. Ottimi effetti e, dalla seconda parte, buon ritmo distinguono Necronos – Tower of doom, piccolo (per budget) grande (per sforzo di tutta la crew) lavoro, realizzato da un appassionato il cui amore per il genere ha contagiato diversi aficionado come Andreas Schnass, Marc Trinkholz, Timo Rose, Annika Strauss o Andreas Pape. Raccomandatissimo ai die hard (gore) fan.