NIGHTMARE IN A DAMAGED BRAIN – Romano Scavolini
Ecco un esempio di film plurinazionale: l’italianissimo Romano Scavolini si reca in America e dirige un film che non è mai arrivato, se non d’importazione, sugli schermi del nostro paese. Forse sarà per la particolare efferatezza della pellicola stessa, forse per il semplice (e più probabile) fatto che Nightmare in a damaged brain non è un film particolarmente commerciale, forse per entrambe le motivazioni.
Censurato in America e in Inghilterra, Nightmare in a damaged brain ha fatto il giro del mondo seguendo la scia di una mitizzazione derivante dai circuiti di mezzanotte, una pratica cinematografica che da noi, purtroppo, manca. La versione epurata, recentemente editata in Inghilterra ci ha permesso di visionare un film veramente prezioso, specialmente per noi italiani, in quanto “originario” del nostro bel paese. A tutti gli effetti il film di Scavolini ha reso possibile la nascita di due capolavori dell’horror, uno è A Nightmare On Elm Street, l’altro Scream, entrambi del grande Wes Craven, palesemente debitore verso il meno noto originale.
La storia è quella di un serial killer, ossessionato da incubi in cui immagina di uccidere la madre, colta durante un servizietto sadomaso al papà. Il volto di Baird Stafford assomiglia ad un Christopher Lloyd da giovane e disegna in modo assolutamente patetico la personalità dell’omicida, basti pensare che, mentre uccide, ripete senza sosta “I’m sorry …I’m sorry … “. Alla storia del killer si intreccia quella della divorziata con prole, afflitta da un figlio difficile, dedito a scherzi pesanti alla baby sitter (la scena del telefono è uguale all’inizio di Scream) ed è inevitabile che i due, prima o poi, siano destinati al conflitto finale. Un buon film, pregno della giusta tensione e alquanto scorrevole, assieme a Rosso Sangue di Joe D’Amato, un pregiato esponente del (sotto)filone horror che narrano di assassini in casa propria.