32 – Michele Pastrello
La campagna veneta è stravolta dai lavori in corso per inserire il Passante di Mestre, nuovo mostro di cemento che fagocita lentamente chilometri di vegetazione e paesaggi rurali. In questo scenario la corsa di una ragazza riempie i silenzi dei cantieri ancora chiusi, mentre dietro di lei un affannoso ansimare riecheggia come gorgheggi di un animale affamato. Un uomo in giacca e cravatta, intricato coi lavori in corso, la insegue fino a stanarla e violentarla sulla nuda terra. I due corpi sono isole sperdute nei 32 chilometri di asfalto che inesorabilmente avanzano: le membra di lui rapaci e furiose, quelle di lei morbide e implacabilmente tormentate dalla follia dell’uomo.
Michele Pastrello l’ha fatto di nuovo. Dopo aver realizzato l’orrorifico “Nella mia mente” nel 2005 e “Nuvole” nel 2007, ritorna con un cortometraggio che lascia spiazzati.
Non riesco a capire il motivo per cui il regista nostrano stia ancora navigando nell’underground. Con “32” tocchiamo livelli eccelsi, molto raramente a livello indipendente si trovano pellicole curate come questa. Per essere più chiari ogni singola inquadratura è studiata minuziosamente, probabilmente sfiorando la maniacalità in fase preparatoria. Riprese che inquadrano un particolare del volto, telecamera poggiata sul terreno coperto di foglie che propone visuali anomale, scene dirette in movimento e tanto altro ancora, il tutto sorretto da un ponderato montaggio che non eccede mai pur non lesinando dei tecnicismi. Tenendo bene in mente i mezzi a disposizione qui si sfiora l’impossibile, considerando anche che il tutto è stato girato in digitale.
Il film non trova sua mera risoluzione nell’estro prettamente tecnico, qui non solo si imbastisce una trama con tutti i crismi del caso (relativi ad un cortometraggio) ma si persegue anche la strada dell’innovazione e quindi del rischio. Dire che potremmo catalogare il film come thriller-ecologico farebbe corrucciare la fronte a chiunque volesse accostarsi alla pellicola, ma tanto è il pathos profuso che la motivazione base educativa (o ammonitrice?) compenetra perfettamente la struttura da thriller-horror. Per cui dimenticate ogni remora preventiva ed assaporate il parallelo tra la violenza alla donna come violenza perpetrata ai danni di Madre Natura, con l’inevitabile ribellione di quest’ultima.
La prova del cast è ottima, sia per quanto riguarda Enrico Cazzaro sia per la resa di Eleonora Bolla. Quest’ultima si addossa gran parte della responsabilità della buona riuscita del cortometraggio diventando vero e proprio nucleo su cui riversare il significato recondito dell’opera e da cui estrarre la linfa vitale per irrorare ogni singola scena. Raramente ho visto una attrice così giovane convincere e stupire in questa maniera, con capacità di assimilazione del personaggio stampigliato su carta veramente lodevole. Tutto questo anche uscendo dai confini underground. Certo una dimostrazione così valida lascia aspettative altrettanto elevate anche per i prossimi ruoli.
Perfetta anche la gestione delle musiche con Pastrello stesso che realizza il tema portante di “32” e i God is an Astronaut che sorreggono col loro post-rock le altre scene.
Riporto nel seguito le frasi di apertura con cui il regista ci spiega lo scempio consumato sulle spalle delle lande Venete:
“Tra il 1990 e il 2002 il trasporto merci su gomma in Italia ha raggiunto il 76% della copertura dei movimenti continentali. Nel ’97, nella regione Veneto, il traffico totale era pari a 247 milioni di tonnellate, il 20% dell’intero traffico nazionale. Sulla tangenziale di Mestre, nel decennio ’92/’02, il traffico dei veicoli è incrementato del 42%. Ad oggi il numero di veicoli circolanti sulla tangenziale di Mestre è di circa 155mila al giorno, traffico divenuto insopportabile per la tangenziale stessa. Soluzione a questo problema è il Passante di Mestre, grande opera infrastrutturale richiesta a gran voce dalle categorie economiche. Il tracciato dell’autostrada attraversa ampie zone rurali. La rete stradale veneta conta circa 53.000 km di asfalto. Nell’arco di 40 anni il Veneto ha perduto il 20% della superficie agricola totale, la diffusione delle infrastrutture stradali e delle aree industriali è avvenuta a scapito del paesaggio e della natura. La lunghezza della nuova autostrada Passante di Mestre sarà di circa Km 32“