LA CHIESA DEI MORTI di URBANIA
La piccola cittadina di Urbania, nelle Marche, ospita circa 7000 anime … più quelle che si sono separate dai 18 corpi nel cimitero delle mummie, contenute all’interno della piccola Chiesa dei Morti.
Siamo nel 1567, il numero di decessi dovuto a epidemie, mancanza di medicinali e guerre, pone il problema dei cadaveri sparsi per le città che, a loro volta, diventano portatori funesti di morte. La confraternita della buona morte è una sorta di comitato di volontari formato a Urbania principalmente per togliere i cadaveri dalla strada e trasportarli nel retro della chiesa della città, seppellendoli in un terreno che si sarebbe rivelato ricco di una muffa più unica che rara, capace di essiccare i corpi e, quindi, darne un aspetto simile a quello ottenuto con la mummificazione, grazie anche alle condizioni climatiche della città. In questo modo si conserva la struttura di 18 corpi, trasportando nel tempo non solo capelli, abiti o residui di peli, ma anche espressioni di morte incise nei teschi.
Tutti i corpi mantengono una storia ben precisa, a partire dalla mummia posta al centro delle teche che conservano i corpi, quella del Priore della confraternita della buona morte, Vincenzo Piccini, con di fianco moglie e figlio. Si individua con stupore la donna morta per parto, con tanto di squarcio sopra il pube, il giovane accoltellato, il fornaio, l’impiccato, lo storpio o l’uomo che si pensa sia stato sepolto in stato di morte apparente. A “coronare” la sala con le teche, un lampadario fatto di ossa e teschi.
I corpi furono scoperti in seguito all’editto di Napoleone, quando nel 1800 vennero creati cimiteri fuori dalle città per motivi igienico-sanitari e furono riesumati diversi corpi per essere trasferiti … eccezion fatta per i 18 corpi trovati mummificati.