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Speciale: LA LEGGENDA DEL CACCIATORE DI VAMPIRI

Written by Giulio De Gaetano

La leggenda del cacciatore di vampiri esplora la vita segreta del sedicesimo presidente degli Stati Uniti e la storia mai raccontata che ha creato questa nazione. I visionari realizzatori Tim Burton e Timur Bekmambetov (regista di Wanted – Scegli il tuo destino) danno nuova linfa alla tradizione dei vampiri assetati di sangue, immaginando Lincoln come il maggior cacciatore di non morti mai esistito.

Abraham Lincoln. Cacciatore di vampiri. Queste parole evocano una combinazione inattesa e bizzarra. Ma i realizzatori si sono impegnati completamente a sostenere questo concetto. Il loro lavoro rappresenta il ritratto di un uomo e di un leader; che intreccia gli eventi fondamentali che hanno segnato la sua vita e quella degli Stati Uniti con l’azione viscerale e coinvolgente tipica di una storia di vampiri. Allo stesso tempo, La leggenda del cacciatore di vampiri presenta il Grande Liberatore come il primo supereroe nazionale. Come sottolinea il produttore Tim Burton: “L’intera vita di Lincoln rispecchia la classica mitologia dei supereroi dei fumetti. E’ un dualismo: di giorno presidente degli Stati Uniti; di notte cacciatore di vampiri”.

Questa dicotomia è fondamentale nel Lincoln che incontriamo nella pellicola. “Lui era una persona comune, ma allo stesso tempo un uomo straordinario”, rivela il regista Timur Bekmambetov. Lo sceneggiatore Seth Grahame-Smith, che ha adattato il suo romanzo omonimo, aggiunge che “la storia della vita di Lincoln è un tradizionale racconto di origini di un supereroe. E’ la personalità più vicina a un supereroe che la nostra nazione abbia mai conosciuto. Lasciando da parte i vampiri, Lincoln è cresciuto senza famiglia né denaro. Sua madre è morta quando lui era giovane. In effetti, tutti quelli che amava sono morti. Senza istruzione e potendo contare solo sulla sua mente, è diventato presidente e ha salvato la nazione”.

Queste tematiche hanno catturato l’attenzione di Burton, del suo collega produttore Jim Lemley e di Timur Bekmambetov. Anche prima che Grahame-Smith completasse il suo romanzo, a Burton era bastato sentire il titolo per far entrare in funzione la sua mente. “Mi sembrava il tipo di film che volevo vedere”, sostiene Burton. “Avevo l’impressione che possedesse l’energia folle delle pellicole della mia infanzia, che erano un mix di tanti film horror”.

Lemley, che assieme a Burton e Bekmambetov aveva prodotto la pellicola di animazione 9, sostiene che la sensibilità di Burton fosse perfetta per questo materiale. “Tim è bravissimo nel prendere storie e immagini convenzionali, trasformandole ed esaminandole nella sua testa da un punto di vista inatteso”. La leggenda del cacciatore di vampiri era anche perfetto per le caratteristiche creative ed estetiche di Bekmambetov. Il regista russo aveva diretto il grande successo Wanted – Segui il tuo destino e, in precedenza, I guardiani della notte e I guardiani del giorno, due titoli che offrivano degli affascinanti ritratti di vampiri, in un mondo familiare ma anche fantastico. Come capita anche a Burton, Bekmambetov ha ambizioni imponenti, che lo portano a creare delle immagini impressionanti. L’idea centrale del progetto e la sua ingegnosità hanno attirato il realizzatore russo, che sostiene di “aver reagito immediatamente alla storia, perché era chiara, semplice e potente”.

All’inizio, Bekmambetov doveva essere impegnato come produttore, ma in seguito Burton lo ha convinto a prendere le redini della pellicola. “Desideravo vedere la versione di Timur di questa storia!”, sostiene Burton. “Un enorme pregio era il fatto che Timur provenga da un’altra nazione, quindi questo aspetto fornisce un punto di vista diverso su questi personaggi ed eventi storici”. L’idea del ‘cacciatore di vampiri’ offre alla storia emozioni, brividi e acrobazie eccitanti, ma i realizzatori non hanno mai dimenticato che stavano anche presentando il ritratto di una figura molto amata, così come degli eventi fondamentali per gli Stati Uniti, che ancora adesso fanno sentire la loro influenza. “Tutto doveva essere presentato in maniera corretta”, sostiene Grahame-Smith. “Non abbiamo mai strizzato l’occhio al pubblico, neanche una volta. Tim Burton ci ha sostenuto e ha protetto questa visione”.

Grahame-Smith nota che l’idea per il suo libro Abraham Lincoln: Vampire Hunter è nata durante la tournée del 2009 per promuovere il suo romanzo precedente, Orgoglio e pregiudizio e zombie, un altro legame inatteso tra diverse realtà culturali. L’autore/sceneggiatore infatti ricorda: “Quell’anno si festeggiava il bicentenario della nascita di Lincoln e molte delle librerie che ospitavano il mio tour promozionale avevano due cose in bella mostra. Una erano i libri sulla vita di Lincoln. L’altra erano i romanzi con protagonisti dei vampiri, tra cui quelli di Twilight e i libri di Sookie Stackhouse [compreso quello su cui si basa la serie televisiva True Blood]. Questo mi ha fatto pensare alla possibilità di mettere assieme le due cose”.

I vampiri di Grahame-Smith sono l’opposto delle figure romantiche descritte nei libri che aveva visto esposti. Le sue creature non morte fanno riferimento alla tradizione classica dei vampiri al cinema. “I vampiri nel nostro film non sono romantici o simpatici, di sicuro non luccicano”, nota l’autore. “Loro sono assetati di sangue e minacciosi. Ma la cosa più spaventosa, è che si sono integrati nella vita di tutti i giorni, tanto da lavorare come operai, farmacisti e banchieri”. Il nemico principale dei vampiri è una delle più amate figure storiche mai esistite, che molti considerano il più importante presidente degli Stati Uniti. Questa storia racconta 45 anni della vita di Abraham Lincoln, dal 1820 al 1865, ed è ambientata nel Kentucky, Illinois e Louisiana, così come ovviamente nella capitale. Chi avrebbe seguito le orme di tanti attori bravissimi, interpretando questo leggendario leader e impavido cacciatore di vampiri? La parte è andata all’interprete teatrale Benjamin Walker, che per una coincidenza aveva fatto esperienza ‘presidenziale’ recitando come protagonista della rappresentazione teatrale Bloody Bloody Andrew Jackson, che nel 2010 è stata presentata a Broadway.

“Ben fornisce a questo ruolo un’umanità e un’energia molto concreta”, sostiene Tim Burton. Jim Lemley invece aggiunge che “Ben ha colto perfettamente l’onestà, l’integrità, il coraggio e gli obiettivi di Lincoln”. La cosa più importante per Walker era l’opportunità di ritrarre Lincoln non solo come un gigante, ma come un essere umano riconoscibile. “La cosa pericolosa nel dar vita a un’icona, è non consentirgli di essere umano”, sostiene l’attore. “Devi permettere al personaggio di essere vulnerabile o anche stupido. Per fortuna, Tim e Timur erano disposti a rendere Abraham un uomo con dei difetti, simpatico e tormentato”. “L’aspetto umano è sempre quello più importante”, concorda Burton. “E il personaggio deve avere senso dell’umorismo, perché nessuno è in grado di sopravvivere come cacciatore di vampiri senza possedere questa dote”.

Walker, un attore che ha studiato alla Juilliard ed è alto quasi un metro e novanta, fisicamente era perfetto per ritrarre un uomo come Lincoln. Ma il giovane attore, 29 anni all’epoca, era in grado di rappresentare questo personaggio della Guerra civile, il cui volto leggendario e invecchiato è presente nei libri di storia e nelle banconote americane? Bekmambetov, Burton e Lemley hanno provato Walker – un provino filmato – in cui l’attore è stato truccato con delle protesi per sembrare un uomo di 55 anni e ha pronunciato uno dei più celebri discorsi della storia, quello di Gettysburg. Walker ha impressionato i realizzatori. “La mia reazione è stata ‘Mio Dio, Abraham Lincoln sta pronunciando il discorso di Gettysburg!”, spiega Lemley. Walker doveva anche perdere quasi 15 chili, in modo da rappresentare la celebre magrezza di Lincoln, così come sottoporsi a qualche centinaio di ore di addestramento con le armi, per diventare il miglior cacciatore possibile.

Prima che Walker entri in scena nei panni di Abraham, incontriamo il personaggio da piccolo. Il suo viaggio incomincia quando sua madre Nancy è colpita da una malattia di origine sconosciuta, ma che il giovane Abraham capisce essere stata causata dal morso di un vampiro. Nancy era una donna intelligente e buona, che insegnava a suo figlio il concetto “fino a che non saremo tutti liberi, saremo tutti schiavi”. Abraham non ha mai dimenticato queste parole, che saranno alla base delle sue opinioni a proposito della schiavitù, né avrebbe mai dimenticato il malvagio responsabile della morte della madre: un vampiro (oltre che un uomo d’affari locale) di nome Jack Barts, interpretato da Marton Csokas, a cui Abraham giura vendetta.

Ma il suo primo attacco contro Barts è un fallimento e Abraham riesce a salvarsi per un pelo. Lui viene salvato dal carismatico Henry, un uomo importante e raffinato, amante delle donne. Henry, incarnato dall’attore britannico Dominic Cooper, non è interessato al desiderio di vendetta di Abraham. Piuttosto, gli insegna a controllare la sua rabbia, diventare più forte e combattere per il bene dell’umanità. “Lui deve prendere una decisione”, gli dice Henry, “tra fare qualcosa di straordinario o invece accontentarsi di una semplice vendetta”. “Henry trova poco coinvolgente la ricerca di vendetta del giovane”, rivela Cooper. “Ma lui ritiene Abraham in grado di fare molto di più e di poterlo aiutare ad andare oltre un desiderio egoista”.

Henry insegna ad Abraham – sia a livello fisico che intellettuale – la raffinata arte della caccia ai vampiri, ma con uno scopo superiore a quello della vendetta. Tuttavia, l’insegnante non è una figura impeccabile. “Henry è un cacciatore di vampiri bravissimo, ma anche molto irruento”, sostiene Cooper. “Lui adora vivere la vita al massimo e talvolta esagera”. Ma alcune rivelazioni portano Abraham a mettere in dubbio le intenzioni reali di Henry. E’ un cacciatore impegnato contro il male o invece un manipolatore perverso, con degli scopi oscuri? Una figura impeccabile nella vita di Abraham è il suo amico e guardia del corpo, interpretato da Anthony Mackie. Il personaggio, che non esisteva nel libro, diventa fondamentale nell’esistenza di Abraham. Mackie rivela di essere stato attirato dal progetto per l’opportunità di collaborare con Bekmambetov e Burton, registi di cui ammirava i rispettivi film. “Ho amato Wanted, così come il fatto che La leggenda del cacciatore di vampiri rappresenta un film storico che mette a soqquadro la Storia come noi la conosciamo”, rivela l’attore. “E Tim Burton conferisce un aspetto magico a ogni cosa che fa, in questo caso presentando un mondo nascosto mai visto prima”.

L’unica persona davvero vicina ad Abraham è sua moglie Mary, interpretata da Mary Elizabeth Winstead. Il loro primo incontro in un negozio di Springfield, Illinois è pieno di scintille, grandi potenzialità e dolcezza, tanto da fornire un contrasto evidente con la vita segreta e oscura di Abraham come cacciatore di vampiri. “L’inizio del rapporto tra Abraham e Mary sembra una commedia romantica”, sostiene la Winstead. “Sono giovani e c’è un forte legame tra loro. Lei è attratta dalla sua intelligenza, integrità e senso dell’umorismo”. I loro sentimenti reciproci si intensificano durante un picnic memorabile, in cui lui le confessa la sua vita segreta. Ma il sole splendente, l’ambientazione pastorale e romantica, lo strano modo di parlare di Abraham e l’assurdità delle sue affermazioni portano Mary a credere che sia tutto un enorme scherzo, tanto che entrambi scoppiano a ridere.

Ovviamente, c’è poco da scherzare con i pericolosi segreti di Abraham. “Dopo la sua confessione al picnic, lui decide che è meglio tener lontana Mary dalla sua vita di cacciatore di vampiri. “Il rapporto tra Mary e Abraham complica il suo percorso, perché lui deve decidere cosa è più importante, il matrimonio o il giuramento di distruggere i non morti”, rivela Walker. “Come sappiamo tutti, Abraham è un uomo onesto, quindi deve porsi la domanda di quanto esserlo con Mary”. “E’ interessante, perché tutte le coppie devono affrontare questo problema, quelle moderne come quelle del diciannovesimo secolo”, continua Walker. “Come riconciliare un rapporto con la passione personale di una vita?”. Il problema è che la ‘passione’ di Abraham è uccidere vampiri. Questi segreti portano a dei conflitti nel loro matrimonio. “Mary non è coinvolta in questa parte della sua vita, che causa delle tensioni”, sostiene la Winstead. “Sa che Abraham le nasconde qualcosa, ma non può chiedergli di cosa si tratta”.

Ci sono invece pochi segreti tra Abraham e il suo arcinemico Adam, il capo di tutti i vampiri. Il primo della sua specie mai esistito, Adam, incarnato da Rufus Sewell, è una creatura dotata di un potere pressoché illimitato. L’autore e sceneggiatore Seth Grahame-Smith, che ha creato il personaggio appositamente per la pellicola con l’idea di farlo diventare il villain principale, era attirato dall’idea di qualcuno che esiste da diversi millenni. “Mi sono chiesto come sarebbe stato vivere da centinaia di migliaia di anni, tanto da essere stato presente durante la costruzione delle piramidi”, sostiene Grahame-Smith. “Che genere di personalità avrebbe posseduto chi esiste da un’eternità?”.

Adam è un guerriero, un leader, un politico e un uomo pragmatico. Grazie alle sue origini aristocratiche e alla piantagione nel Sud, Adam rappresenta una versione malvagia di Rhett Butler, un misto di eleganza e minaccia. I suoi obiettivi, come rivela Tim Burton, sono comunque comprensibili. “Se lasciamo da parte le considerazioni morali, quello che vuole Adam è un luogo che lui e i suoi simili possono chiamare casa. Desidera la libertà per il suo popolo, ma questo significa far pagare un prezzo immenso a tante persone”.

Adam spera che Abraham diventi un alleato formidabile, piuttosto che un nemico mortale. “Adam, grazie alle sue doti, è un politico e un pragmatico, proprio come Abraham”, nota Sewell. “La cosa meravigliosa è che ha la possibilità di incontrare Lincoln, sia come guerriero, che come presidente, perché Adam si vede come leader di una nazione di vampiri. Adam non utilizza la forza contro Lincoln, almeno non all’inizio, perché preferirebbe averlo al suo fianco”. Abraham rifiuta categoricamente l’alleanza con Adam e così deve fronteggiare la furia scatenata del vampiro. “Adam può passare dall’essere un ‘uomo’ erudito, sofisticato e acculturato, a una creatura capace di staccarti la testa e succhiarti via i polmoni attraverso uno squarcio nella tua gola”, afferma Sewell. Adam è a capo di un vero esercito di vampiri, mentre il suo luogotenente e guardia del corpo è una magnifica vampira di nome Vadoma, incarnata da Erin Wasson. Lei descrive il personaggio come “una donna di poche parole e un’assassina. Assieme ad Adam formano una bella squadra”.

Vadoma è una soldatessa senza paura, ma la sua uniforme ha poco a che fare con quella tradizionale dell’esercito confederato. Invece, questa vampira sexy preferisce un corsetto di pelle – una specie di armatura per lei – così come una giacca con colletto alto. “Lei si sente al livello dei vampiri maschi ed effettivamente è così”, aggiunge l’attrice. Vadoma, Adam e Abraham sono i protagonisti di una delle più importanti scene della pellicola, una lotta spettacolare nella piantagione di Adam, in cui Abraham affronta decine di vampiri in una danza impressionante, durante un combattimento a mani nude (e talvolta con un’ascia contro le loro teste). Bekmambetov lo definisce un “valzer mortale”, perché l’azione esplode durante una festa in cui gli ospiti stanno… danzando lentamente. Il contrasto tra l’inizio elegante della scena e la sua conclusione oscura, estrema e violenta, risulta sovversivo. “La battaglia possiede un’energia e una velocità incredibile, tanto da mettere alla prova quello che pensiamo debbano essere le grandi scene d’azione”, rivela Lemley. “Inizia come una sorta di Via col vento e poi invece le persone volano nella stanza, i vampiri saltano sul soffitto e le teste vengono staccate”.

Lo scontro alla piantagione è soltanto una delle imponenti sequenze d’azione, che comprendono anche una battaglia della Guerra civile in cui i soldati dell’Unione sono sopraffatti – in maniera scioccante – dai loro nemici confederati, che sono più di quello che appaiono. Inoltre, assistiamo a una fuga precipitosa diversa da tutto quello che si è visto finora al cinema, in cui finalmente Abraham può vendicarsi di Jack Barts, il vampiro che ha ucciso sua madre. Sopra e in mezzo alle selle di migliaia di cavalli alla carica, Abraham salta, corre e combatte, in una battaglia scatenata contro la sua potente nemesi. La sequenza rappresenta una meraviglia di effetti speciali, curati dal supervisore Craig Lyn e dalla Weta Digital, la società responsabile dei rivoluzionari effetti di Avatar e de L’alba del pianeta delle scimmie, solo per citare due titoli. Abraham è molto più vecchio e già impegnato nella sua presidenza quando affronta l’ultima battaglia contro i nemici vampiri, dentro e in cima a un treno che si dirige a Gettysburg, Pennsylvania, la battaglia fondamentale della Guerra civile. Per questa sequenza che sfida la gravità, i realizzatori hanno ricreato fedelmente una locomotiva e una carrozza. Anche in questo caso la magia del mondo digitale ha fornito a Bekmambetov gli strumenti necessari per sfruttare al massimo la sua immaginazione scatenata.

Queste scene di azione/combattimento/stunt non hanno avuto origine a Hollywood, né negli uffici di produzione ospitati a New Orleans, ma a migliaia di chilometri di distanza, in Kazakistan, terra del coreografo di combattimenti Igor Tsay e della sua scuola di recitazione del Kun-do di combattimento. Qui, Tsay e la sua squadra hanno creato gli storyboard delle complicate scene d’azione, che poi sono state previsualizzate e sviluppate ulteriormente a Mosca. Nelle settimane che hanno preceduto le riprese, il celebre coordinatore degli stunt Mic Rodgers (Mr. & Mrs. Smith, Wanted – Scegli il tuo destino, Fast and Furious) e il coordinatore dei combattimenti Don Lee (Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare) hanno lavorato assieme a Walker, per trasformare l’attore in un cacciatore abituato alle battaglie e con un’ascia in mano. Il faticoso allenamento di Walker comprendeva calci, stretching, yoga, pugilato e un addestramento infinito con l’arma preferita da Lincoln contro i vampiri: un’ascia speciale modificata.

Walker ha decisamente impressionato i suoi allenatori. “Ben è uno dei migliori attori con cui abbia mai lavorato”, sostiene Rodgers. “Abbiamo messo assieme l’elegante stile di arti marziali di Hong Kong con la lotta a mani nude e Ben si è dimostrato all’altezza sotto ogni aspetto”. L’attore dimostra invece quanto è modesto, ricordando che “mi sono colpito spesso sulla testa con l’ascia”. L’ascia e tanti altri oggetti di scena sono stati creati dall’attrezzista Guillaume DeLouche, che ha utilizzato la sua struttura e ha messo a disposizione della produzione gli ultimi artigiani esistenti specializzati nella realizzazione di oggetti storici, tra cui asce, coltelli, pistole e fucili. Tutte le armi sono state realizzate utilizzando gli stessi metodi adottati nel diciannovesimo secolo. L’ascia di Abraham è un capolavoro di ingegneria, in grado di trasformarsi in una pistola. E’ stata forgiata a mano da un fabbricante di pistole e lame, per poi essere rifinita con una impugnatura di noce. “Abbiamo preso degli oggetti di uso comune e li abbiamo stravolti”, rivela Tim Burton. “Tutti conoscono i moschetti, le baionette e le asce, ma nessuno aveva mai pensato a fonderli in un’unica arma”.

A ospitare la produzione è stata la tenace e storica città di New Orleans, in alcune dimore ben conservate e in edifici che risalgono a 150 anni fa. La metropoli della Louisiana è ricca di tradizioni legate ai vampiri, tanto da essere la città natale dell’autrice di Intervista con il vampiro (e di tanti altri sequel) Anne Rice. Come sostiene Jim Lemley, “c’è qualcosa di affascinante ed estremo in New Orleans”. François Audouy si è occupato delle scenografie, ancorando la pellicola alla realtà storica, mentre allo stesso tempo forniva dei set maestosi ed elaborati, tra cui quelli già citati della piantagione sudista e della locomotiva che sfreccia verso Gettysburg.

Un’altra figura fondamentale per dar vita al mondo di Lincoln è il leggendario direttore della fotografia Caleb Deschanel, candidato all’Oscar® cinque volte per il suo lavoro in pellicole come Il migliore e Uomini veri, che è anche stato impegnato in titoli come Black Stallion e Oltre il giardino. Utilizzando il ‘nuovo’ per catturare il ‘vecchio’, Deschanel ha sfruttato la fotografia digitale e la rivoluzionaria camera Arri Alexa per fornire alla pellicola un aspetto d’epoca efficace. “Io e Timur volevamo realizzare un film legato ad alcuni eventi storici, quindi abbiamo osservato tante foto di quel periodo”, rivela Deschanel. “In molte vecchie immagini tutto risulta perfettamente a posto, ma noi invece abbiamo deciso di fornire alle sequenze una certa imprecisione, mostrando quindi tante imperfezioni”.

I metodi accurati di Deschanel producevano dei risultati magici, anche se talvolta non si capivano subito. Benjamin Walker ricorda di “aver sudato per via del makeup e delle protesi, mentre Caleb si preoccupava di una candela non accesa. Mi veniva da pensare, ‘chi fa attenzione alla candela’? Poi osservavi i giornalieri e capivi che la candela era fondamentale per la scena. Così, venivo trasportato in un mondo e in un tempo diverso. Soltanto che ci sono anche i vampiri”.

Il mix di un’atmosfera d’epoca sontuosa, un punto di vista unico sul sedicesimo presidente e l’esercito di non morti che sta cacciando, rende questa pellicola un’esperienza cinematografica unica. Per lo scrittore che ha dato vita a tutto questo, Seth Grahame-Smith, l’uscita della pellicola rappresenta il coronamento di un viaggio incominciato con il suo fortunato libro. Un elemento fondamentale per catturare la personalità di Lincoln è stato assicurarsi che emergesse il suo senso dell’umorismo. “Lui poteva essere l’anima di una festa, era un uomo eccitante e molto socievole”, riassume Grahame-Smith. “Credo che avrebbe amato il nostro film”. “Mi piace sempre esplorare qualcosa di nuovo con ogni film che faccio, qualcosa di mai visto prima”, aggiunge Jim Lemley. “Anche se è un po’ folle, il film rimane fedele alla natura di quest’uomo”.

Soprattutto, La leggenda del cacciatore di vampiri deriva dalla natura di due realizzatori – Tim Burton e Timur Bekmambetov – che sono dei maestri nell’osservare qualcosa in maniera inimmaginabile per le persone comuni.

È possibile vedere il trailer facendo click qui.

Posted in Cinema by Giulio De Gaetano on luglio 3rd, 2012 at %H:%M.

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