FUGA DAL BRONX – Enzo G. Castellari
Sull’onda del successo del post apocalittico Escape from New York di John Carpenter, l’Italia risponde l’anno successivo con Enzo G. Castellari regista artigiano dotato di un grande senso dell’azione e dello spettacolo.
Il buon Castellari realizza una sorta di trilogia post atomica incentrata sul protagonista Mark Gregory nel ruolo di “Trash” muscoloso capellone espressivo come una pietra tombale ma dotato del phisique du role adatto ad interpretare l’eroe senza macchia e senza paura del terzo Millennio. Ed è proprio alle epopee medievali che Castellari si ispira per il primo film 1990: I guerrieri del Bronx, sostituendo i cavalli con le motociclette e ambientando il tutto in mezzo a palazzoni periferici degradati con eroismo di grana grossa e ampia esposizione di stunt che saltano da una parte all’altra dello schermo.
Villain della pellicola è il compianto Vic Morrow deceduto improvvisamente l’anno dopo in un incidente durante le riprese di Twilight Zone: The Movie. Non direttamente collegato ma in un certo senso attinente a questo film è il trascurabile I Nuovi Barbari, diretto subito dopo con George Eastman che sostituisce Gregory in rotta con il regista. Il sodalizio tra i due riprende, finalmente, nel 1983 con la realizzazione di questo Fuga dal Bronx, vera e propria macchina da spettacolo senza sosta con un “Trash” che torna a casa nel malfamato quartiere newyorkese e si ritrova in mezzo ad uno scontro tra le multinazionali e i degradati abitanti del posto.
L’epopea post atomica dei primi due film entra in un contesto decisamente più fantapolitico con aspre critiche agli speculatori edilizi e alle corporazioni immobiliari che, in quegli anni, ricoprivano di cemento l’italica terra e non solo. Critica sociale dunque che anticipa il fenomeno degli squatters e calca la mano in favore di clochard, ribelli e punk. Trash, nonostante l’orribile capigliatura, si unisce perfettamente con la gentaglia del Bronx per difenderli dal malvagio Henry Silva e dai micidiali lanciafiamme dei suoi sgherri. Salti da stuntmen, incendi, morti da ogni dove e raffiche di mitra senza sosta, invadono lo schermo per novanta minuti. Castellari ci porta in un’atmosfera da anni di piombo camuffata da fantascienza ma i riferimenti sono chiari: in quegli anni la violenza dominava le strade e il cinema, come anche le istituzioni, si limitava a guardare, riprendere e spettacolarizzare un mondo in preda al delirio.
A prescindere dai contenuti socio politici, Fuga dal Bronx è un bellissimo B-movie che all’epoca riscosse anche un buon successo e negli anni non ha perso il suo smalto e la carica adrenalinica che, da sempre, contraddistingue il cinema del nostro artigiano capitolino.