PAURA 3D – Antonio Manetti, Marco Manetti
Il Marchese Lanzi (Peppe Servillo) è un nobile appassionato d’auto d’epoca, il suo stile impeccabile è pari alla cura dedicata alle automobili, delicate signore inglesi che chiama amabilmente con nome di donna. Le occasioni per portare a spasso queste splendide auto sono pochissime, inadatte nel loro lento incedere in strade ormai battute da tutt’altro tipo di frenesia.
Un’occasione si presenta in Svizzera in occasione di una sfilata d’auto d’epoca. Ale (Domenico Diele) è un giovane meccanico che lavora presso un’officina (il cui principale è interpretato da un esilarante Paolo Sassanelli), abituato a intrattenersi con le “signore” del marchese Lanzi, in quanto curatore diretto delle stesse. Proprio in una di queste auto il marchese dimentica una copia delle chiavi di casa, generando nella mente contorta di Ale l’idea di passare un week-end nella sontuosa villa, in compagnia di amici: il timido e riservato Simone (Lorenzo Pedrotti) e Marco, grande appassionato di musica heavy metal (Claudio Di Biagio).
Il nuovo film dei Manetti possiede un comparto tecnico-stilistico capace di presentarsi bene, nessun orpello aggiuntivo né calo di stile dovuto a pochezze legate al budget, e mantiene un buon ritmo lungo tutta la narrazione, anche grazie alla scelta del 3D come nuovo linguaggio di comunicazione e non, come ammissione degli stessi, come fenomeno di costume. Spesso si ha l’impressione che il 3D sia mezzo utilizzato dai registi per far catapultare quello che vi è dentro lo schermo verso la sala, con risultati discutibili o addirittura fastidiosi, mentre la strada dei Manetti Bros procede all’inverso: schiantare lo spettatore dentro lo schermo, creando una sensazione di coinvolgimento totale. Anche Paura 3D esalta un percorso stilistico fin dagli esordi in totale controtendenza rispetto alle abitudini del cinema mainstream nostrano, con una proposta dal sapore vivamente indipendente senza, però, voler sfondare porte troppo chiuse (per non dire blindate) del (e sul) cinema di genere italiano.
Citiamo in tal senso il debutto nel campo dello sci-fi, L’arrivo di Wang, esperimento che, come in Paura 3D o negli altri film della coppia di registi ,vi è la loro città, Roma. La Roma che piace a loro, sporca, inadatta ad essere una capitale europea con una periferia degradata ma in fondo sempre quella grande madre che, per quanto grassa e brutta, è sempre stata generosa con tutti e con tutte le culture. Forse è proprio il loro modo di raccontare Roma ad essere così vincente ma non solo, anche la scelta di utilizzare Peppe Servillo come villain di turno e l’ottima prestazione del giovane terzetto di attori, sono punti a favore di un’opera di sicuro interesse. Non parliamo di (ri)fioritura del genere, ma sicuramente il cinema underground (quello fatto di sacrifici e senza finanziamenti pubblici) sta facendo sentire finalmente la sua voce, e questo non può essere che un bene in attesa di ulteriori riscontri (ed echi) futuri.
Uscita in sala: 15 giugno 2012