COSì DOLCE… COSì PERVERSA – Umberto Lenzi
Sulle note di Why, motivetto cantato da Vincent Ewell e composto da Riz Ortolani che si ripete ossessivamente durante il film, inizia questo thriller con venature sexy diretto dal prolifico maestro Umberto Lenzi (che nello stesso anno girerà anche il film di guerra La legione dei dannati ma sopratutto Orgasmo, suo titolo di maggior successo) anch’esso ammiccante al genere giallo erotico.
A differenza di Orgasmo le scene spinte sono ridotte al lumicino con qualche fuggevole nudo da parte delle due splendide protagoniste (Erika Blanc e Carroll Baker), ragion per cui forse COSì DOLCE… COSì PERVERSA non ottenne all’epoca il successo sperato. Le ragioni del fiasco, però, si sommano all’eccessiva complessità della trama che spesso e volentieri perde credibilità, sopratutto avvicinandosi al finale.
Il protagonista Jean Rynaud (Jean-Louis Trintignant al massimo della sua inespressività) è un facoltoso avventuriero con una moglie bella ma indifferente (Erika Blanc), una sera vede arrivare nell’appartamento sopra il suo una nuova inquilina (Carroll Baker) bionda, bellissima ma decisamente inquieta a causa dell’insistente presenza del violento e psicopatico ex fidanzato Klaus (il gelido Horst Frank). Jean fa di tutto per iniziare una relazione con la donna ma non tutto è come sembra, nell’ombra un terribile complotto sembra intrecciarsi per completare un perfido disegno.
Umberto Lenzi cerca di ricalcare il giallo hitcockiano ispirandosi anche al celebre Les diaboliques e in parte riesce nell’intento. Lo sviluppo, lento e inesorabile, riesce a catturare e a tener viva l’attenzione, ma correndo verso l’epilogo la banalità irrompe con forza dirompente, passando per il solito festino hippy chic dove la (solita) indigena di colore intrattiene gli invitati con balletti e giochini sexy (la scena in cui Trintignant e la Baker devono baciarsi per pagare la penitenza è di un finto che più finto non si può).
In generale però il cast all-star funziona egregiamente, e riesce a ricreare quel clima di ambiguità dove non esiste un modello positivo e tutti hanno qualcosa da nascondere. Le atmosfere, tuttavia, sembrano più quelle di un film di James Bond che non quelle di un eros-thriller che si rispetti. Il soggetto originale è del grande Luciano Martino mentre la sceneggiatura è di Ernesto Gastaldi, che aveva codiretto quattro anni prima Libido (un altro eros-thriller dal titolo più che esplicito), oltre a una serie piuttosto importante di sceneggiature del cinema di genere italiano (tra cui L’orribile segreto del Dr. Hichcock, La vergine di Norimberga, La cripta e l’incubo e Tutti i colori del buio). Insomma due firme di qualità che, purtroppo, in questo film specifico non hanno dato il meglio.
VOTO: 5/10
Regia: Umberto Lenzi
Cast: Jean-Louis Trintignant, Horst Frank, Carroll Baker, Erika Blanc
Soggetto: Luciano Martino
Sceneggiatura: Ernesto Gastaldi