NUOVOMONDO – Emanuele Crialese
Come sfondo una Sicilia dominata dall’agricoltura e dall’ignoranza, interi ettari di terreno brulicanti di lavoratori che covano negli anfratti dell’animo un desiderio di cambiamento. Quale mecca ove destinarsi se non la brulicante America? Così Salvatore Mancuso, ricevuto un segno dal Signore tramite immagini di enormi ortaggi o galline giganti, decide di lasciarsi alle spalle la povertà e dirigersi verso la terra promessa.
Caricati sul groppone l’anziana madre e i due (non troppo svegli) figli, inizia un lungo viaggio insieme a molti altri conterranei che cantano le propri origini sulla nave della speranza, e che approdando ad Ellis Island, mettono nelle mani degli esaminatori americani la possibilità di staccare un biglietto di permanenza nella terra “promessa” o di rimpatrio verso la terra di origine.
Ad Emanuele Crialese sta molto a cuore il tema dell’immigrazione e con Nuovomondo (come dimostrerà in seguito con Terraferma) lancia un parallelo lungo 100 anni circa tra la fuga della forza lavoro principalmente dal sud Italia verso l’America e quella dai paesi dell’Africa verso le coste sud della nostra penisola. Un parallelo che smuove interessanti ragionamenti, in una corsa sul filo della storia capace di far riflettere sulle dinamiche di un (nuovo?)mondo costantemente vittima di un male chiamato fuga. Una fuga dal proprio paese verso una landa di Utopia dai contorni sfocati, un esodo di massa in cerca di un quid che si può immaginare, anelare, ma non conoscere a priori.
Ecco quindi i nostri nonni che si imbarcano in condizioni igieniche discutibili, schiacciati in stretti lettini che li convogliano in una enorme rete neurale soffocata dal mare di pensieri che li accompagnano. Un percorso che Crialese inframmezza con immagini dai toni grotteschi, in un mare che li scuote (la tempesta durante il viaggio che vede corpi sovrapporsi) e che li nutre come nel ventre materno (il bagno nel mare latteo finale), con danze e balli folcloristici quanto drammatici. Un viaggio che si chiude nei test fisici e pscio-attitudinali di Ellis Island, dove l’intelligenza diventa un parametro da tarare per evitare sporche contaminazioni con l’immacolata terra straniera (non-sense in quanto essa stessa scovata da “bastardi” del vecchio continente e da questi stessi invasa senza alcun criterio di selezione).
Nuovomondo si conferma un’ottima pellicola non solo grazie a notevoli intuizioni di regia o ad una fotografia curata, ma anche grazie a soluzioni di (meta)linguaggio originali e d’effetto. Un transatlantico su cui salire per rivivere una storia che sembra appartenere ad un lontano passato ma che tanto lontana non lo è più.