NIGHTMARE DETECTIVE – Shinya Tsukamoto
Keiro Kirishima, un’abile investigatrice, s’imbatte in due suicidi misteriosi. In qualche modo i due incidenti sembrano avere una connessione: poco prima della loro morte le vittime hanno composto, con i loro cellulari, lo stesso numero di telefono registrato con il numero “0″.
Keiko e i suoi colleghi cercano una prova per risolvere il mistero dei due suicidi, trovano delle informazioni su un uomo chiamato “Nigthmare Detective”, investigatore dell’incubo, che può entrare all’interno dei sogni delle persone. Keiko gli chiede di cooperare con loro nella difficile operazione …
Quanto c’è di volontario? Sembra che ci si uccida come si sogna oppureche la nostra realtà ha un qualcosa di nocivo dove riflessi, sovrapposizioni e deformazioni prendono forma durante il sonno. E se tarassimo un sogno ad un registro degli errori o semplicemente ad un effetto perverso del sonno, la verità di quelle immagini non potrebbe essere rappresentata come un linguaggio che non sempre riusciamo a capire e per questo ci spaventa?
Questo facevano intendere (o meglio liberamente intendere) in un’inchiesta, i surrealisti nel numero di Gennaio del 1925 della Révolution Surrealiste dove la parola suicidio è una parola mal fatta e ciò che uccide non è identico a ciò che è ucciso. L’errore, in questo caso l’incubo, è quella combinazione d’immagini che durante il corso della nostra giornata dobbiamo rimuovere.
Magari se rivelassimo le nostre nostalgie non avremmo più paura di farci tante domande, non avremmo più il timore di dimenticare qualche brutta esperienza … ma purtroppo non siamo così. Siamo troppo attenti a nasconderci nella deficienza e troppo pigri per leggerci, per questo anche quando decidiamo di farla finita, perché la vita ci fa spaventosamente soffrire, abbiamo bisogno di un complice, un amico di sventura che c’incoraggia nel nostro ultimo e sconsiderato viaggio.
Nigthmare Detective (Akumu Tantei), pellicola del 2006 del maestro Shinya Tsukamoto, è un piccolo horror dalle valenze teen che nel suo essere visionario s’interroga su quegli aspetti riposti nel carattere dell’individuo. Una figlia mai nata, il non piacersi (grande problematica contemporanea) e un poliziotto che incosciente chiama “0″, il killer manipolatore dei sogni, rispecchiano quei segnali di quel vivere odierno dove anche il senso di morte perde la sua epoca e incontra i suoi dubbi.
“La morte non sempre è la paura del vuoto ma la gioia dell’eternità” citando una battuta dell’investigatrice Kirishima, quell’eternità a cui effettivamente solo attraverso una pratica onirica possiamo aspirare e, rimandando all’ambizione e alle ossessioni che tormentano l’indagatore visionario, possiamo notare nel corso della pellicola, così come l’effimera volontà del mancare. Basti notare la prima vittima che nella sua dolcezza, nel suo romanticismo e nelle le sue forbici fashion, tra le strade notturne della metropoli, parla al cellulare con chi dovrebbe accompagnarla nella sua decisione e poi si trova nel panico totale quando la volontà di morte non parte più da lei ma da qualcun altro.
Penso che l’intenzione di Tsukamoto, attraverso il giovanissimo Ryuhei Matsuda che interpreta il tormentato cacciatore di sogni, è la perenne ricerca nell’intimità dell’umano nei suoi contrasti del proprio vivere metropolitano e nella realtà che sempre rivela (ma mai si capisce sino in fondo) e che soltanto con una profonda indagine interiore può essere intuita.
VOTO: 6.5/10
Regia e sceneggiatura: Shinya Tsukamoto
Fotografia: Shida Takayuki, Shinya Tsukamoto
Musiche: Chu Ishikawa
Montaggio: Shinya Tsukamoto
Scenografie: Shinya Tsukamoto
Cast: Ryuhei Matsuda, Hitomi, Masanobu Ando, Ren Osugi, Yoshio Harada, Shinya Tsukamoto
Produzione: Movie-Eye Entertainment Inc., Kaiju Theater
Giappone, 2006