LO STRANO VIZIO DELLA SIGNORA WARDH – Sergio Martino
Un segreto scottante, una donna in pericolo con un corpo da urlo (esposto da tutti punti di vista) e degli omicidi efferati, questi gli ingredienti principali della sconcertante opera di quel genio perverso chiamato Sergio Martino. Lo strano vizio della signora Wardh si puó considerare come il primo capolavoro del genere firmato da Mr. Martino il quale, a soli 29 anni, e con una ben magra esperienza cinematografica alle spalle, si butta a capofitto in un lungo metraggio che é ormai diventato culto per gli appassionati del genere.
Diciamolo pure chiaramente, la copia Fenech/Hilton é decisamente da lasciare senza fiato e resterà per molto tempo nella memoria collettiva quale fantasma erotico incandescente. In effetti il binomio erotismo/morte é la loro divisa ed è presente in modo preponderante durante tutto il film, si puó tranquillamente considerarlo come il motore portante di tutta la storia.
Martino gioca con il piacere voyeuristico dello spettatore, mettendolo alla prova con scene erotiche dal sapore masochistico di rara intensitá. Questa é senza dubbio una delle caratteristiche piú interessanti del giallo italiano degli anni ’70 che, a differenza del decennio successivo si lascia andare a scene cruente dove la sessualitá é mostrata anche sotto spoglie inconsuete. Guardiamo un po’ piú da vicino qual è questo misterioso vizio che la signora Wardh si intestardisce a nascondere.
Julie Wardh è una giovane donna insoddisfatta, sposata con un uomo impotente che la rinchiude in un castello dorato fatto di lussi e superficialità. A causa del lavoro del marito, la coppia decide di trasferirsi a Vienna dove, nello stesso periodo, un brutale assassino uccide donne mietendo terrore per le strade della cittá. Nemmeno il tempo di sistemare le sue cose che la signora Wardh riceve un bouquet di rose da un misterioso ammiratore. Le rose sono accompagnate da un biglietto alquanto inquietante. Julie pensa di conoscere la vera identità di questo bizzarro individuo, il suo nome è Jean, un suo ex amante con cui intratteneva relazioni dal sapore sadomasochista. Aveva promesso a suo marito di averlo dimenticato ma forse è lui a non aver dimenticato i loro incontri appassionati. Testa calda e pericoloso, Jean è un uomo senza scrupoli e Mrs. Wardh non sa quali siano i limiti della sua pazzia. Spesso assente e fredda, il suo matrimonio non è certo fonte di stabilitá e sicurezza. Julie si consolerá infatti tra le braccia del playboy George, incontrato per caso a Vienna. Durante un incontro clandestino con il suo giovane amante, Julie riceve una telefonata anonima e crede di riconoscere in questa voce contraffatta il suo ex amante, Jean. Decide quindi di recarsi alla polizia ma Jean è protetto da un alibi di ferro. In effetti, poco dopo sará attaccata in un garage da un uomo vestito di nero e Jean ritrovato morto (omicidio, suicidio?). Mrs Wardh decide quindi di lasciare una lettera a suo marito e di scappare con George per la Spagna … ma sará al sicuro?
In pochi gialli si é raggiunto un equilibrio così perfetto tra grottesco e sublime, raffinato e triviale, senza mai perdere d’occhio il lato estetico, la magnificenza dei decori. Martino riprende quello che veniva chiamato fotoromanzo, utilizzandone i canoni estetici senza dimenticare di arricchirli con il suo tocco indubbiamente personale. Il buon gusto é spinto ai limiti massimi e lo spettatore é inghiottito in un mondo pomposo dove il kitsch non ha fine, l’erotismo si scatena e l’occhio subisce degli oltraggi visivi a catena. Tutto ció rende Lo strano vizio della signora Wardh estremamente affascinante e sensuale, un gioiello raro che deve essere gustato nella sua totalitá, come un’opera surrealista. Lo spettatore deve lasciarsi andare, seguire l’onda, lasciarsi trasportare in un mondo affascinante e senza regole dove le certezze non esistono e dove ogni perversione é permessa. La sobrietà e la semplicitá non fanno certo parte del mondo della signora Wardh dove tutto è pomposo e manierato: decori sontuosi, architettura complessa, oggetti bizzarri. Lo script è decisamente interessante poiché intreccia in modo perfetto antico e moderno, il dramma criminale piú classico e il giallo post moderno in chiave ironica. Stupenda la colonna sonora di Nora Orlandi, vellutata e accattivante, amico segreto delle stupende immagini di Martino.
La storia va presa nella sua totalità e gustata sia dal punto di vista drammatico sia da quello estetico, senza soffermarsi troppo su eventuali lacune narrative che, spesso, nei gialli sono poco importanti. Quello che conta è l’atmosfera, la particolarità delle ambientazioni e l’alone malsano che impregna la storia piú che i piccoli dettagli narrativi. Edwige Fenech permette, infatti, alla signora Wardh di acquistare questo fascino sensuale inconfondibile, misto di ingenuità e perversione che l’ accompagnerà per anni, nei gialli fatti con Martino ma anche con molti altri maestri del genere. Bella, stilosa, sessualmente liberata, fashionista e regina dell’alta societá, senza dimenticare un qualche problemino mentale e ovviamente un pericoloso assassino che la ossessiona, i personaggi interpretati dalla Fenech sono sempre caratterizzati da questo binomio di eleganza e perversione. Ovviamente, Martino sa utilizzare il suo corpo statuario come arma seduttiva dal forte potenziale erotico e la nostra giovane Edwige tende di piú a togliersi i vestiti che a metterseli per la gioia di maschietti un po’ peeping Tom.
Lo strano vizio della signora Wardh è il rappresentante ideale di quella nuova corrente cinematografica chiamata giallo, corrente che ha permesso di dare un secondo soffio al cinema popolare italiano dell’epoca. Lo script è quasi intercambiabile anche se le figure imposte rimangono le stesse: assassino dal guanto nero, giovani donne dalla nudità facile, ambienti chic e mondani dove il kitsch è il maestro incontrastato. Insomma, Lo strano vizio della signora Wardh puó essere inserito a tutti gli effetti nella lista di quelle perle della “nouvelle vague” del cinema bis italiano, gioielli che hanno sconvolto un panorama ormai atrofizzato ammaliando il pubblico con polvere di stelle e sangue. Benvenuti.