ANOTHER EARTH – Mike Cahill
Se scoprissi che nell’immensità dello spazio esistesse un’altra persona del tutto identica a te, con gli stessi pensieri e persino le stesse esperienze, che cosa le diresti? Another Earth poggia essenzialmente il suo plot su questa domanda e lascia a Rhoda, la giovane protagonista, il compito di dare una risposta.
Rhoda è un’adolescente quando, dopo una serata con gli amici, si schianta con la sua auto travolgendo un’intera famiglia. Nell’incidente vengono uccisi una donna e il suo bambino mentre il capofamiglia sopravvive, ma entra in coma. Così la ragazza vede sfumare il suo sogno di entrare all’MIT e di diventare un’astrofisica, passando quattro anni della sua vita in carcere. Il ritorno nella casa di famiglia non è incoraggiante: i parenti sono freddi e le chances di ricostruirsi un futuro minime. Così Rhoda decide di ritornare nel suo vecchio liceo come bidella, lavoro che le permette di rimanere invisibile ma che la lascia inchiodata al suo passato. L’incontro con John, l’uomo sopravvissuto all’incidente, smuove le acque e la porta a confrontarsi direttamente con ciò che è successo, cercando di riportare ordine nella vita dell’uomo (non a caso Rhoda si offre di ripulirgli casa). A fare da sfondo agli avvenimenti la scoperta di un altro pianeta del tutto identico al nostro.
Qual è la ragione che ha spinto Cahill e Marling a sviluppare una trama fantascientifica per realizzare una pellicola che è principalmente un dramma? Gli autori si giustificano ammettendo che il film è stato concepito con una serie di scene che lasciavano maggiore spazio al lato fantascientifico della trama, ma che poi sono state tagliate per motivi di budget (200.000 dollari). La ragione principale per cui Another Earth è stato concepito con un concept così ambizioso, per una storia effettivamente semplice sulle seconde occasioni, è che Rhoda porta dentro di sé un segreto che non potrebbe condividere con nessun altro, se non con se stessa, perché per quanto il mondo odierno con le sue tecnologie ci permetta di restare costantemente connessi, finiamo con l’essere costantemente soli con i nostri pensieri. Terra2 è poi una sorta di specchio, un riflesso del mondo interiore della protagonista, un’occasione di trovare qualcuno che la capisca e che non la giudichi. A questo proposito è piuttosto interessante il personaggio di Purdeep, il secondo bidello della scuola dove lavora anche Rhoda; anche lui può essere visto come una rappresentazione fisica dell’interiorità della ragazza. Nella storia si lascia intendere che anche il vecchio bidello ha un passato da dimenticare (il “forgive” scritto sulla sua mano da Rhoda) e per questo motivo arriva al limite accecandosi e rendendosi sordo per isolarsi completamente dal mondo esterno.
Le origini di Another Earth partono tutte da un pezzo di video art creato da Cahill, un video in cui il regista parla ad un altro sé, al proprio doppio. Tecnicamente la pellicola comincia con una serie di riprese movimentate, dai colori decisamente più caldi e vivaci, laddove nella seconda parte, dopo l’incidente, viene data maggiore spazio all’inquadratura, che assume toni più freddi, il tutto per esprimere il senso di solitudine e di angoscia della protagonista.
In conclusione Another Earth appare più come un esperimento, che come un vero e proprio film, realizzato inizialmente senza alcun budget, filmando il tutto in 50 giorni nel giro di un anno (con la collaborazione della sorella della Marling e di un loro amico), una parte a casa della mamma di Cahill, una parte in altri posti, tra l’altro privati della presenza del protagonista maschile (William Mapother) che qui interpreta John Burroughs. Una pellicola indipendente realizzata con non poche difficoltà che se tecnicamente non delude, grazie alle numerose immagini contemplative (la polvere che fluttua nell’aria che ricorda un po’ lo spazio; Terra2 che sovrasta il cielo … ) e scene toccanti (Rhoda e Purdeep in ospedale, la melodia che John suona nell’aula universitaria che somiglia ad un pianto), sul piano della scrittura lascia alquanto delusi, se non indifferenti. L’idea di una seconda Terra è interessante, ma non risulta sviluppata in profondità, lasciandoci con una storia drammatica priva di conflitti concreti e che, quindi, non decolla mai.