THE STORY OF RICKY – Lam Ngai Kai
In un futuro prossimo le prigioni di tutto il mondo sono state privatizzate. Un ragazzo di nome Ricky, viene rinchiuso in una di esse per aver ucciso brutalmente uno Yakuza, colpevole di aver assassinato la sua donna. In prigione Ricky si scontra con una moltitudine di assassini, sradicando la mafia che tiene le fila del carcere per difendere i più deboli e eliminare il male alla radice.
Tratto dall’omonio manga di Masahiko Takajo, Lam Ngai Kai mette in scena un revenge movie dalle tinte fortemente splatter, che strizza l’occhio agli anime e ne cita alcuni (Ken il guerriero su tutti).
La trama è rissumibile in poche righe in quanto il racconto è una semplice storia di vendetta girata nello stile dei più classici film di Kung Fu Giapponesi, ma rivela aspetti davvero bizzarri che contraddistinguono il titolo dalla grande maggioranza di film del genere.
Siu-Wong Fan è ottimo per la parte assegnatoli e si immedesima (enfatizzando non poco) nell’eroe solitario e pieno di rabbia del manga, riuscendo anche a mostrare doti discretamente drammatiche. Gli altri attori di contorno (tra cui spiccano un bizzarro Ka-Kui Ho ed un ambiguo Yukari Ôshima) sono straordinariamente caratterizzati. Ed è proprio la questo aspetto la parte più riuscita del film che, pur avendo una discreta durata, riesce a delineare bene le varie personalità dei detenuti.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico i pregi vanno soprattutto ad un buona fotografia, con colori forti che fanno sembrare il lungometraggio un violento cartone animato, ed ai quasi sempre ottimi effetti speciali artigianali: qualche volta si pensa si tratti di digitale (la scena dell’ago nella mano è un esempio), mentre in altre occasioni la finzione è fin troppo evidente.
La regia si attesta sulla sufficienza piena, senza mai eccellere ne, tantomeno, scadere. Ngai Kai sfrutta semplici trucchetti per enfatizzare le sequenze violente (come una slow motion girata senza fotogrammi in più per rende tutto meno fluido e scorrevole) e, inoltre, buone architetture delle scene riescono a dare una marcia in più.
In conclusione The Story of Ricky è un più che buono revenge-movie made in Hong Kong, con coinvolgenti scene d’azione ed ottimi personaggi, che riesce a far divertire lo spettatore e lo trascina fino all’affresco di sangue finale, in cui Ricky sfida l’ultimo mefistofelico nemico.