STRANGER EYES (SGUARDI NASCOSTI) – Yeo Siew Hua
Come reagireste se vi sentiste osservati? Probabilmente è stata questa la domanda che si sono posti Junyang e Peiying quando hanno ricevuto un DVD da parte di un uomo misterioso. All’interno del disco, alcuni video li ritraevano in momenti più o meno intimi della loro vita.
Facciamo un passo indietro: diverso tempo prima, i due giovani avevano smarrito la loro primogenita, Bo, in un parco affollato della città. Il sospetto di un rapimento si era insinuato subito nelle loro menti, ma l’agente Zheng li aveva invitati a mantenere la calma, a non lasciarsi ingannare da conclusioni affrettate e non supportate da prove. Li aveva inoltre esortati a lasciar lavorare gli inquirenti, poiché prima o poi la verità sarebbe venuta a galla. La scomparsa di Bo rappresenta uno shock per la stabilità della coppia, che vive ancora con la madre di lui e che, probabilmente, non ha ancora deciso cosa fare della propria vita. Come spesso accade, hanno avuto un figlio quando meno se lo aspettavano o desideravano. Junyang, infatti, si divide ancora tra lavori saltuari e continua a flirtare con altre donne, mentre la sua compagna trascorre il tempo facendo live streaming e mettendo dischi sui social, annoiata.
Quando cominciano ad arrivare i DVD da uno sconosciuto, in loro si riaccendono sia la speranza di ritrovare Bo, sia la paura che lo stalker possa mettere in pericolo la loro sicurezza.
Nel nostro intimo domestico, ci sentiamo tutti al sicuro: l’anonimato rappresenta quella calda coperta che ci protegge ma, in questo periodo storico, chi può davvero dirsi libero da sguardi indiscreti? Social media, cellulari, telecamere di videosorveglianza: tutto sembra un grande fratello che vigila e, allo stesso tempo, spia le nostre vite. Dall’altra parte, chi osserva la vita degli altri tramite i social, in un anonimato quasi totale, sviluppa spesso un senso di onnipotenza, un’inconscia sensazione di poter giudicare o, peggio ancora, intervenire.
Ci sono molti temi in Stranger Eyes, presentato all’81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il regista, Yeo Siew Hua, ha dato il giusto peso a ciascuno di questi temi, intrecciandoli abilmente nella narrazione. Prima ci mostra il dramma misto ad apatia della vita della coppia; poi seguiamo il punto di vista dello stalker, che trasforma radicalmente quello che potrebbe sembrare un classico crime movie.
Il film ha diversi livelli di lettura e rappresenta anche un racconto di occasioni perdute. Al contempo, lascia intravedere una speranza: non solo che la giovane coppia possa ritrovare Bo, ma anche che riescano a recuperare il loro rapporto, portandolo a una nuova fase di maturità.
Il regista di Singapore ci ha regalato un vero gioiellino, che ha sorpreso il pubblico di Venezia con una narrazione compatta e chiara. Forse, l’unico neo sono i tempi dilatati; ma questa lentezza, cifra stilistica di Hua, restituisce al meglio il senso di straniamento tipico di questi tempi.
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