CELL – Tod Williams
Un impulso. Un istante di condivisione telefonica che diviene segnale di follia, rabbia e desiderio di morte. In un solo momento chiunque stia utilizzando un telefono cellulare viene scosso e, schiuma alla bocca, si scaglia contro il vicino non “contagiato” dall’epidemia digitale.
Basato su un romanzo scritto nel 2006 dal Re del Brivido, Stephen King, Cell è il perfetto esempio di pessimo adattamento, scosso stavolta dall’aggravante fornita da un testo già in partenza non eccelso. Se la tensione non riesce a far capolino se non in sporadici frangenti, lo splatter scompare a favore di scene validi per i palati di (quasi) tutte le età, l’evoluzione della trama non convince e non concede alcun colpo di scena, è facile immaginare come il crack della pellicola sia sonoro al punto da assordare. Aggiungiamoci l’assoluta mancanza di profondità dei protagonisti, degli antagonisti e uno scenario abbozzato e la frittata è fatta.
Cell non emerge nemmeno dalla palude dei titoli proposti nei cinema in estate, per inframmezzare sonnacchiose serate prima delle canoniche birre notturne. Pessimo.
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