GIORNATA NERA PER L’ARIETE – Luigi Bazzoni
L’aggressione ai danni di un uomo in un tunnel è il primo di una serie di violenze che culmina in sei omicidi. Andrea, giornalista d’assalto dedito all’alcol, si trova ad indagare su questi eventi, trovandosi a sua volta accusato dalla polizia. Il commissario gli condona ventiquattrore per chiudere la ricerca dell’assassino, le ore più intense e pericolose della vita di Andrea.
Lontani dagli sperimentalismi de La donna del lago, il regista Luigi Bazzoni affronta il genere giallo all’italiana con classe, assorbendo più la lezione di Mario Bava (Sei donne per l’assassino) che di Dario Argento (L’uccello dalle piume di cristallo) e sfruttando l’intrigo disegnato nel romanzo di D. M. Devine, The Fifth Cord, trasferendolo in un meta-linguaggio cinematografico col giusto spessore. Con le musiche di Ennio Morricone in primo piano e un cast di ottima presa, con ariete (è il caso di dirlo) un Franco Nero eccellente, il film di Bazzoni riesce ad intrigare e aggrovigliare una matassa con un sapore da thriller che lo differenzia da altri titoli del medesimo periodo.
Quello che manca, e non è poco per il genere, è una soddisfacente spiegazione dell’intrigo, una vera motivazione capace di riallacciare tutti i fili sparsi lungo l’ora e mezza della durata, un dosato approfondimento dei vari caratteri che affollano l’opera, rendendo Giornata nera per l’ariete un film originale per contenuti oltre che stile. Anche gli omicidi non eccellono per efferatezza, nascondendosi dietro la veridicità della fotografia di Vittorio Storaro. Buon film, solo preparatorio al successivo (capo)lavoro Le orme.
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