L’ATTACCO DEI GIGANTI (Live action) – Shinji Higuchi
I giganti sono proprio lì fuori. Alte mura dividono i sopravvissuti della civiltà umana dai divoratori di uomini, in un costante rischio che sembra ogni giorno meno evidente e più latente, fino a quando una breccia si apre e l’assalto ricomincia dopo cent’anni di (apparente) tranquillità.
Eren (Haruma Miura), Armin (Kanata Hongo) e Mikasa (Kiko Mizuhara) sono i protagonisti di questo spaccato di umanità, occhi che osservano un mondo logorato, ridotto in pochi chilometri di diametro, prigione in terra per l’umanità che sembra aver siglato con le proprie mani un testamento.
Tratto dall’omonimo manga di successo scritto e disegnato da Hajime Isayama, L’attacco dei giganti è una dignitosa trasposizione di un lavoro già complesso su carta, probabilmente inserito in un contenitore (quello cinematografico) non sufficiente a supportarne i confini fantasy-orrorifici, nonostante la suddivisione in due film. Già nel manga, l’autore mescola componenti mainstream con guizzi creativi originali, riuscendo a dosare horror, ironia e thriller politico. Nel film Higuchi predilige la componente visiva, tagliando sorprendentemente qualsiasi approfondimento psicologico dei protagonisti, segmentando il plot in scene d’azione a discapito dell’evoluzione delle varie sotto-trame, cesellando così il maggior limite del lavoro.
Ne L’attacco dei giganti (live action), quindi, non aspettatevi il medesimo pathos o i continui flashback del manga, ma un puro susseguirsi di azione e horror con dei risvolti melò, dove i protagonisti sono completamente stereotipati, rendendo impossibile alcun tipo di empatia. Ben realizzato il comparto degli effetti speciali, con i mostri abbastanza realistici ed alcuni spunti inventivi che aumentano il livello medio di tensione (vedi il bambino gigante). Sufficiente per i non-fan del manga, poco al di sotto per chi ama ed ha amato Eren, Armin e Mikasa.
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