HORNS – Alexandre Aja
Ig Perrish (Daniel Radcliffe) viene svegliato mentre dorme in auto, frastornato dai postumi di una notte senza pace. Chi bussa al finestrino è la polizia. La sua fidanzata da cui era stato appena lasciato, Merrin Williams (Juno Temple), è stata brutalmente assassinata durante la notte e lui è il principale sospetto. Non ancora incarcerato, grazie al lavoro dell’amico e avvocato Lee Tourneau (Max Minghella), Ig si sveglia una mattina con delle strane corna che stanno spuntando sulle sue tempie …
L’uomo, indispettito, tenta di farsi vedere da un dottore, ma si rende presto conto che le corna spingono chi ha davanti a confessare determinati sogni nascosti o a raccontare segreti altrimenti celati. Questo strano e inaspettato potere porta Ig a tentare di scoprire l’assassino di Merrin in solitaria, visto che l’intera comunità è certa che le mani sporche di sangue siano le sue.
Tratto dall’omonimo romanzo del 2010 di Joe Hill, figlio di Stephen King, Horns racchiude in un contenitore da black comedy diversi elementi movimentati da Alexandre Aja secondo il proprio registro e i gusti del pubblico. Il film si muove in maniera divertita quando deve narrare i desideri celati dei singoli caratteri (il desiderio della cameriera di diventare protagonista di un reality e di un porno che le fa testimoniare il falso, il poliziotto che si masturba pensando al collega che pesta Ig) ma si accartoccia su sé stesso al momento di enucleare la storia cardine. Basti pensare che gli ultimi 30 minuti finali non sono altro che un diluire la medesima situazione (paradossale) all’infinito.
Peccato, visto che le mani di Aja (Alta tensione, Le colline hanno gli occhi remake, Piranha 3D) sembrano ben destreggiarsi in diversi frangenti, grazie anche ad un uso oculato e originale della colonna sonora che spazia da David Bowie ai Depeche Mode. Quindi, risate a profusione, interessanti flashback, ottimo comparto tecnico ma solidità della sceneggiatura nulla: immaginerete il colpevole dopo poco, vi tedierete nel monolitico finale, non capirete il perché di certi buchi. Riuscito a metà.