IL MISTERO DI DANTE – Louis Nero
Il mistero di Dante è il sesto lungometraggio di Louis Nero che, dopo un personaggio molto forte, carismatico, ricco di luci ma soprattutto di ombre come Rasputin, si è dedicato con l’entusiasmo e la passione che lo contraddistinguono, allo studio di un altro personaggio molto complesso: Dante Alighieri (F. Murray Abraham).
Parlare di Dante è impossibile senza introdurre La Divina Commedia, una delle opere letterarie più tradotte e diffuse al mondo di fianco ad altri capisaldi come la Bibbia. L’accostamento non è casuale, non solo perché vengono trattati temi universali come Dio, il bene, il male, la morte o l’amore, ma proprio perché i versi che compongono queste opere permettono ad ogni lettura un esame profondo di se stessi, utilizzando manoscritti come specchi dell’anima o, analogamente, come lente d’ingrandimento capace di ingigantire ad ogni lettura un aspetto diverso.
I quattro livelli base di lettura dell’opera sono: letterario, filosofico/teologico, politico/sociale e, infine, esoterico/anagogico. Su quest’ultimo, poco approfondito aspetto, pone l’accento l’opera di Louis Nero che trae spunto iniziale dall’espediente narrativo del mockumentary, per poi finire con l’esporre i punti di vista di volti più o meno noti al pubblico (F. Murray Abraham, Taylor Hackford, Franco Zeffirelli, Valerio Massimo Manfredi, Silvano Agosti) esperti non solo della Divina Commedia ma anche di Dante stesso, che approfondiscono ulteriormente il personaggio. Dante, secondo quanto esposto dagli esperti, avrebbe militato nella setta dei Fedeli dell’amore, setta che a suo tempo si opponeva alla visione della donna offerta dalla Chiesa dell’epoca e che dava un riparo a tutti quei poeti stilnovisti che, come Dante, vennero considerati eretici.
Se cercate un chiarimento, uno scavo preciso e documentato, non aspettatevi di trovarlo ne Il mistero di Dante dato che non è nell’intento del regista fornire risposte, quanto far uscire il pubblico dalla sala con ancora più dubbi, incertezze, ma anche curiosità e maggior spirito critico. Come afferma il regista stesso “È questo il vero cammino dell’iniziato, quando egli perde completamente le sue certezze, diventa cieco e poi dopo il percorso che possiamo assimilare a quello dantesco, riesce a vedere la luce“. Forse queste riflessioni sul mito, sul simbolismo, sul sacro e profano possono farci rivedere completamente alcune idee preconcette, soprattutto quelle di stampo religioso e, anche se l’esperienza esoterica è un percorso completamente personale, l’affrontarla non può che risultare come un faro nella nebbia, magari in grado di destrutturare rigide strutture mentali per lasciare avvicinargli l’uomo senza troppa paura.
Il mistero di Dante in uscita il giorno di San Valentino, festa degli innamorati, è una buona alternativa a chi desidera avere un punto di riferimento diverso da quello scolastico/accademico, allungando al contempo ombre e luci su di un uomo dalle mille sfaccettature, su di uno scrittore che ha inciso pagine e pagine di storia ma il cui passato cela più di una grotta sotterranea.