IL PIANETA DELLE SCIMMIE – Franklin J. Schaffner
Una missione spaziale vede un gruppo di astronauti atterrare in un pianeta (apparentemente) sconosciuto 2.000 anni dopo la loro partenza. L’astronave inghiottita dal mare non lascia alternative al gruppo: addentrarsi tra le brulle rocce e cercare di capire in che linea spazio/temporale siano finiti.
Dopo aver trovato una zona verde, gli astronauti incontrano un gruppo di esseri umani regrediti al periodo preistorico, ricoperti di stracci e incapaci di parlare. Improvvisamente il branco si volta verso un suono, un rumore, e una nidiata di scimmie a cavallo, ben armate, capaci di parlare, sopraggiungono. E’ l’inizio di una caccia all’umano.
Costantemente bruciato dal sole, il film di Franklin J. Schaffner si staglierà nella storia della cinematografia moderna grazie all’immane forza visiva e antropologica delle ultime scene, capaci di delineare uno scenario post-apocalittico senza eguali. Uno sguardo asettico su ciò che l’uomo è in grado di fare all’altro uomo, sulla ingordigia e sul mancato senso di appartenenza ad una razza, quella umana, alle soglie dell’estinzione senza nemmeno saperlo.
Il pianeta delle scimmie, tratto dal romanzo di Pierre Brulle, è il primo di una lunga saga che vedrà le scimmie come evoluzione dell’uomo, in una sorta di gioco sadico dove l’evoluzione della specie si fa beffe dell’ultimo gradino raggiunto. Le tematiche filosofiche vengono messe in secondo luogo rispetto ad una ferocissima critica contro la religione, qui incarnata dal Dottor Zaius, ministro della scienza, una sorta di guru conscio della storia e, per tal motivo, spietato nell’imporre la sacra scrittura scimmiesca contro una scomoda verità. L’oscurità come unico diktat per mantenere intonsa una realtà costruita a misura di scimmia, dove l’uomo non arriva nemmeno a sfiorare lo status di animale domestico.
Vincitore di un Oscar per i trucchi creati da John Chambers, Il pianeta delle scimmie mescola sci-fi ad avventura, in un connubio perfettamente sorretto da un Carlton Heston in splendida forma. Incompleto ma pietra miliare.