ALIEN VS PREDATOR – Paul W.S. Anderson
Antartide. Un calore anormale attira una spedizione che rivela la presenza di una piramide celata al di sotto dei ghiacciai, dove sembrano dimorare creature aliene. Guerrieri Predators e Aliens si scontrano da molti anni, in una caccia che prevede una sola razza vincitrice.
Due icone del fanta-horror anni ’80 emergono dal terreno di scontro delimitato dai confini del comic book, per approdare al più limitato ma visivamente ricco perimetro cinematografico. Uno scontro a lungo anelato che si realizza grazie alle mani di Paul W. Anderson, regista decisamente a suo agio con gli adattamenti da videogame (Mortal kombat, Resident evil) e che risulta più avvezzo all’action che non all’horror. Per cui chi si attendeva atmosfere dark e linee di tensione palpabili, come quelle irrorate da John McTiernan o James Cameron, si troverà deluso da un impianto che predilige gli scontri corpo a corpo alla paura.
Come (quasi) ogni riduzione da comic book o videogame, è inutile e controproducente sperare in una sceneggiatura arzigogolata o anche minimamente ricercata, Alien vs Predator scaglia subito le carte in tavola evidenziando uno spirito da B-movie, praticamente caciarone, che non può che divertire. Certo, il budget non è propriamente basso (oltre 60 milioni di euro), e l’ensamble rischia di suonare come eccessivamente plasticoso, tuttavia il film di Paul W. S. Anderson non si prende mai eccessivamente sul serio lasciando un unico mistero: la presenza di Raoul Bova, un autogol voluto per puro spirito trash, scelta produttiva o buona (?) mossa del suo agente? Nel calderone ci piace comunque.