KILL YOUR DARLINGS – John Krokidas
Siamo nel 1944 e Allen Ginsberg (Daniel Radcliffe), giovane poeta e promettente figlio d’arte, riesce ad entrare nell’aristocratica Columbia University. La storica università gode di un’antica tradizione, fonda la sua struttura su una chiara e rigida morale e su un’altrettanto chiara e rigida visione dell’arte, espressa sotto forma di scrittura.
Per i luminari della Columbia la scrittura è musica, quindi tempi e metriche, ordine. Ma non tutto nella vita è ordine o, quanto meno, non solo quello. L’arte è anche caos, rottura degli schemi, morte e rinascita. L’ambiente rigido e conservatore della prestigiosa università, infatti, sembra essere privo di vita; ogni giorno Allen assiste all’avanzare di eserciti di ragazzi tutti vestiti uguali che sembrano sempre più simili a soldati pronti ad andare in guerra che artisti, scrittori, pronti a cambiare il mondo. Questo Allen lo capisce presto, sino a trovare nel viziato Lucien Carr (Dane DeHaan) una luce in fondo al tunnel.
L’uno in qualche modo compensa le carenze dell’altro, Lucien, ormai privo di morale e di idee geniali, ha bisogno del guizzo, della purezza di intenti di Allen per dare un senso ad un nichilismo fatto di droghe, lussuria e delirio morale, mentre Allen sente il bisogno di violentare tutta quella sua purezza per far si che possa uscire allo scoperto senza timore di lacerarsi.
Il torbido passato della vita di Lucien, però, ritorna a farsi vivo nelle vesti del professor David Kammerer (Michael C. Hall), con il quale egli ebbe una relazione tempo prima di conoscere Allen, relazione mai accettata dallo stesso Lucien, e che ora non vede di buon occhio la sua frequentazione con Allen. Il resto è storia o, se vogliamo, cronaca nera, infatti Lucien nel 13 agosto del 1944 si macchiò dell’omicidio del professor Kammerer, lasciando in mano allo stesso Allen la possibilità di salvezza dal patibolo.
Daniel Radcliffe si cimenta in questo difficilissimo ruolo, attorniato da altrettanto bravissimi colleghi, prestando la faccia in un film dove le sequenze sembrano scorrere troppo linearmente, seguendo cronologicamente i fatti avvenuti nel periodo quasi con cipiglio documentaristico più che cinematografico. Il vedere Radcliff che recita nudo le scene di sesso omosessuale possono colpire la vista e il buon gusto per i primi cinque secondi, per poi abituarcisi come per il sangue che negli splatter scorre a fiumi.
Emblematica la frase pronunciata dalla madre di Allen al figlio: “la cosa migliore che tuo padre mi abbia mai fatto è stata deludermi“, parole quanto mai pesate che, in qualche modo, deviano il valore intrinseco di Kill your darlings, ponendo l’accento sul confine sottile che separa integrità morale di Ginsberg e forte attaccamento nei confronti di Lucien. L’integrità di Allen gli imporrebbe di rivelare al mondo il suo amore per Lucien, condannandolo a morte, quindi, sempre per amore, decide che è meglio compiere un passo indietro, ferendo una parte importante di sé. Per amore si può andare ben oltre i propri principi.