IN ANOTHER COUNTRY – Hong Sang-soo
Una ragazza esasperata (Jung Yoo-mi), costretta a nascondersi con la madre in una uggiosa cittadina balneare, decide di combattere la noia scrivendo tre sceneggiature ambientate nella stessa cittadina, tutte e tre con al centro una donna francese in visita, Anne, interpretata da una adorabile Isabelle Huppert.
Da questo spunto parte Hong Sang-soo per costruire un film leggero, divertente e divertito, girato in libertà con una sceneggiatura praticamente improvvisata giorno per giorno, retto principalmente dalla prova deliziosa della Huppert, che con pochi tratti calibra con finezza tre diverse personalità.
Le tre versioni di Anne (una regista ospite di un collega coreano, la moglie di un industriale in attesa del suo amante anche lui regista, una divorziata che cerca di riprendersi dal trauma dell’abbandono del marito) dormono nello stesso hotel, girano tranquillamente spaesate per le stesse strade ingrigite dal piovoso luglio coreano e incontrano le stesse persone (il regista e sua moglie, la ragazza sceneggiatrice e sua madre), ma sempre con risultati diversi.
In questo modo Hong imbastisce di volta in volta brevi quadri che si riflettono fra loro in un gioco di rimandi, simmetrie e variazioni casuali, lieve e denso allo stesso tempo, che il regista usa per tornare sui suoi temi favoriti: la solitudine, il tradimento, l’indifferente egoismo degli uomini coreani, la quotidiana cappa alcoolica del soju, l’imbarazzo e la chiusura nelle relazioni sociali, le possibilità perdute e la causalità dei rapporti umani, sempre trattati con un sarcasmo affettuoso, corredato da delle strizzate d’occhio di metacinema permesse dall’intervento della sceneggiatrice-demiurga.
Si aggiunge inoltre l’ironia suscitata dall’inserimento (come da titolo) di Anne in un ambiente gentilmente alieno, dalle impacciate conversazioni in inglese, lingua straniera per tutti i personaggi, dalle mezze traduzioni e dal modo in cui i coreani si riadattano e mascherano di fronte allo straniero. Ma il divertimento maggiore arriva dal secondo polo del film, un bagnino (Yoo Jun-sang) fisicato, volenteroso e goffo che Anne incontra mentre è alla ricerca di un faro. Subito preso dal fascino della donna straniera il bagnino ci prova insistentemente e si lancia in approcci con risultati che vanno dal tenero all’imbarazzante (guardati malissimo dai due diversi registi che accompagnano Anne), il cui esito viene determinato casualmente dalle differenti circostanze in cui si ritrovano di volta in volta le tre Anne.
Il risultato finale è un film certamente piccolo ma aggraziato, un’ottima introduzione all’opera del suo prolifico regista, che per la prima volta arriva nelle sale italiane grazie all’ennesima buona azione dei ragazzi della Tucker Film.