I NUOVI EROI – Roland Emmerich
Vietnam. Un orrore che troppo spesso porta sull’orlo della follia, spinge oltre il sergente Scott (Dolph Lundgren) che distrugge un intero villaggio vietnamita, abitanti compresi. Appartenente alla medesima squadra, Luc Deveraux (Jean Claude Van Damme) tenta di salvare una vita, ma la pazzia di Scott è implacabile, causando la morte di tutti.
Un quarto di secolo dopo, Scott e Luc tornano a camminare, riportati in vita e robotizzati da un team di scienziati finanziati per costruire una squadra di cyborg da sfruttare per scopi bellici. La tabula rasa fatta alle loro menti, tuttavia, non riesce completamente e al riaffiorare dei ricordi si accende un forte desiderio di vendetta.
Raccogliere due icone del cinema action di fine anni ’80 e scagliarle l’una contro l’altra è esperimento dai sicuri incassi e dall’alta spettacolarità. Una scommessa praticamente vinta. Se i due fustacchioni sono poi Jean Claude Van Damme e Dolph Lundgren diviene obbligatorio preparare i pop-corn e sedersi comodamente sulla poltrona. Diretti dal futuro catastrofista per eccellenza, Roland Emmerich (Indipendence day, Godzilla), i due si muovono lungo un plot per nulla banale durante il primo tempo (la pazzia generata dallo sterminio che porta solo altra pazzia, lo strappare i corpi dalla morte e la genetica) ma che via via scade verso il banale, ma necessario, corpo a corpo.
Il regista tedesco non si limita nel mostrare la violenza ma, anzi, lascia soffermare la telecamera su particolari crudi ed espone corpi muscolosi alla pioggia e al sangue. Le influenze sci-fi sono fortemente imbastardite dalla componente action, o meglio, sono decorazione di quest’ultima, tuttavia I nuovi eroi possiede quella componente futuristica che ne esalta le qualità, allontanando i protagonisti (monoespressivi) dai ring usuali.