CYBORG – Albert Pyun
Una terra asfissiata dai conflitti nucleari, uno scenario post-atomico dove orde di umani si trasformano in orde di bestie istintive guidate da un istinto di sopraffazione più forte di quello di sopravvivenza. In questo habitat desolante, un cyborg solitario (Jean Claude Van Damme) si aggira distruggendo gang di predoni.
Incredibile B-movie realizzato sul finire degli anni ’80, incentrato sulla figura del belga Van Damme, star di innumerevoli action movie durante quegli anni, Cyborg immerge in un contesto fantascientifico (di cartapesta) l’attore, costruendo un plot su livelli che via via lo trascina verso la battaglia finale. Inutile dire che non manca la discesa e la rinascita dell’eroe (crocifisso sull’albero di una nave arenata nel deserto).
Combattimenti coreografati non sempre egregiamente, costumi e location tipiche di un film a basso budget, sceneggiatura ricolma di deja-vu … ma pieno coinvolgimento ed esaltazione di quelle caratteristiche tipiche dei B-movie, buon montaggio e regia asciutta del mestierante Albert Pyun, oltre ad una dose di violenza da non sottovalutare (specialmente nel director’s cut del 2011). Se a questo si somma una fotografia “sporca”, risulta difficile non amare questo film.
Poco altro da aggiungere, la presenza di Jean Claude Van Damme già rappresenta più di un preambolo, il suo errare in lande desolate che riecheggiano il manga di BuronSon e Tetsuo Hara, sottolinea il resto. Sci-fi trash cult.