BYZANTIUM – Neil Jordan
Un passato lontano viene rievocato da Eleanor (Saoirse Ronan), un passato dove lei e la madre Clara (Gemma Arterton) sono vittime di abusi. Un passato lontano oltre 200 anni. Un passato dove madre e figlia trovano la vita nella morte … divenendo vampiri.
Il momento della morte e della rinascita congela la vita con una sorta di “timestamp” che ne imprime ciò che sono, imprigionando l’ex-essere umano nell’essenza del momento. Clara, costretta alla prostituzione da uno spregiudicato capitano, rimane sospesa in quel limbo, trovando da vivere solo vendendo il corpo, rimanendo tragicamente incapace di dare un futuro diverso alla figlia. Eleanor, d’altro canto, resta imbrigliata in un mare di desolazione costruito intorno alla violenza sessuale subita (dal capitano stesso). Due donne, una patina di dolore.
Eleanor è la prima a cedere, tentando uno spiraglio nella confessione, cercando di vedere la luce in un compagno malato, Frank (Caleb Landry Jones), così vicino alla morte da capire l’entità del passato. L’istinto di protezione di una madre, opprimente e comprensibile, spaventata da una routine che vede come condizione inevitabile, diviene cardine intorno al quale distendere il rapporto tra le due donne.
Neil Jordan riprende la tematica vampirica che tanto lo aveva reso noto con Intervista col vampiro ma non si attacca a nessun appiglio del citato film, lasciando cadere impostazioni teatrali, scenografie e costumi imponenti e coralità. In Byzantium il mood drammatico diviene apice di un dolore esistenziale metaforizzato attraverso il vampirismo, stilizzato attraverso una cura per l’immagine cristallina, fotografato delicatamente e decantato con un lirismo evocativo. Il cast è glorificato da Saoirse Ronan e Gemma Arterton in stato di grazia, semplicemente perfette in un ruolo cucito loro alla perfezione.
Inutile negare che qualcosa non funziona in Byzantium, una certa staticità nell’evolversi della sceneggiatura o un senso di deja-vu, tuttavia il complesso di suoni e immagini accarezza delicatamente, lasciando un pulsante senso di angoscia. Gradito ritorno.