LA CREACION – Patricio Valladares
Un mondo da creare attraverso una illogica violenza perpetrata ai danni di donne, novelle Eva incarnate in simulacri del ventunesimo secolo. Un futuro distrutto dalla catastrofe nucleare come pittoresca cornice dove un uomo si aggira cercando di dar vita ad una illusione. Questo percorso è segnato in La creacion.
Torna l’accoppiata Valladares e Cavaletto, rispettivamente regista e sceneggiatore, con un lavoro difficile e arzigogolato, dove la materia filmica si spezza dietro un soggetto complesso, oltraggioso e coraggioso, partorito dalla mente di Andrea Cavaletto in una sorta di estasi mistica. L’ardore non manca, quello che colpisce duramente, però, è la mancanza di budget (200 dollari) per un film che in realtà avrebbe necessitato di cifre ben superiori per poter dar vita a un’opera così complessa come pensata originariamente.
La sperimentazione diventa quindi un pregio e un difetto, rendendo aspre determinate scelte di sceneggiatura così come di riprese; sicuramente la scelta di girare tutto in un singolo giorno non ha aiutato. La fantascienza si mescola alla religione, mentre i folli piani del “creatore” sembrano compiersi secondo riti pre-determinati. Manipolazione del reale e della mente dello spettatore, in un baraccone che non può essere che un biglietto da visita per una produzione più grande. Un biglietto non proprio entusiasmante.