9 SOULS – Toshiaki Toyoda
Nove anime rinchiuse in una cella, nove anime che riescono a fuggire dall’antro che li racchiude e costringe ad una quotidiana convivenza. Torakichi ha ucciso il proprio figlio, Kazuma pugnalato dei membri della sua gang, Shishido commesso atti di teppismo, Saruwatari spacciato droga, Inui costruito letali bombe ad orologeria, Shiratori assistito un suicidio, Kaneko ucciso il proprio padre, Kamei commesso atti osceni, Ushiyama atti di violenza.
Una scuola elementare ai piedi del monte Fuji diventa la loro meta, dove i nove fuggiaschi pensano che un loro compagno di cella (il decimo, confinato nel momento della fuga) abbia nascosto una discreta quantità di denaro. Il viaggio si tramuta in una ricerca di brandelli della loro vita, amori e amicizie abbandonate, frammenti di realtà abbandonate nel cupo angolo di una prigione.
9 Souls ci trasporta dentro la vita di altrettanti uomini, e lo fa con ironia e senso del grottesco, vibrando di una malinconia di fondo che sembra non volersi mai staccare, nemmeno nei momenti divertenti. Una ricerca spasmodica di denaro che diventa pretesto per vivere quella vita sino a quel momento negata. Non c’è ipocrisia in questo, nè falsi moralismi. I peccatori sono tali, possono apparire simpatici agli occhi dello spettatore, ma non si professano mai innocenti. Il loro è un respirare aria macchiata di colpa.
Il viaggio sul camioncino rubato sottolinea l’essenza della libertà, il senso del vagare come metafora di una corsa senza fine, un azzannare la propria esistenza per poi elemosinare briciole di felicità. Un clima continuamente sospeso e molte soluzioni visive (e di sceneggiatura) estremamente weird e grottesche, creano una patina di assurdità che ben si sposa con il messaggio portato avanti da Toshiaki Toyoda.
Non sempre l’ironia orientale risulta assimilabile dal pubblico europeo tuttavia, non essendo questa la sola anima portante del film, 9 Souls risulta fruibile anche fuori dalla patria. Incredibile il balzo dal mood ironico e spensierato della prima parte a quello cupo, teso e drammatico della seconda. Splendide anche le musiche che accompagnano questo viaggio, visto attraverso gli occhi di uomini persi tra oceani di nuvole.