1975 OCCHI BIANCHI SUL PIANETA TERRA – Boris Sagal
Robert Neville (Charlton Heston) è un medico militare, apparentemente ultimo essere umano che si aggira sulla terra, precisamente in una Los Angeles spettrale, dove un virus ha devastato il mondo intero. Un gruppo di sopravvissuti, mutati dal virus, denominati la “Famiglia” tenta di scardinare tutti i simboli che individuano la vecchia civiltà, vista come un male che ha portato il mondo alle soglie dell’autodistruzione. E Neville è l’ultimo baluardo di questa tanto odiata realtà.
Io sono Leggenda di Richard Matheson è un soggetto troppo ghiotto per essere lasciato “soltanto” sugli scaffali di una libreria. E’ del 1964 la prima trasposizione, L’ultimo uomo della Terra con Vincent Price, e del 1971 quest’ultima, denominata così nella sua versione italiana per le pupille bianche degli appartenenti alla “Famiglia”, diciamo subito un paio di passi indietro rispetto al capostipite italo-americano. 1975: occhi bianchi sul pianeta Terra è un film americano a tutti gli effetti, una commistione di patriottismo (Neville non vuole spostarsi da casa sua dove ha vissuto per molti anni, indossa divise militari, … ) ed eroismo (il finale con il sangue che si mescola all’acqua e la posizione del corpo di Heston citano Gesù Cristo), dove gli esseri che vivono nell’oscurità sono malvagi e non esiste né cercano redenzione.
1975: occhi bianchi sul pianeta Terra riesce a convincere nonostante qualche eccezione di troppo della sceneggiatura, poggiando Heston sul podio degli attori di fantascienza più noti (ricordiamolo ne Il pianeta delle scimmie o in 2022: i sopravvissuti). Da vedere ma non glorificare come il capolavoro di Sidney Salkow / Ubaldo Ragona.